Riceviamo da Fratelli d’Italia Orvieto e pubblichiamo.
Lunedì 10 febbraio ad Orvieto presso l’atrio del Palazzo dei Sette – Fratelli d’Italia e Officina per l’Italia hanno organizzato una mostra fotografica ed un convegno per commemorare la”Giornata del Ricordo” istituita con legge dello stato nel 2005.
La mostra è aperta al pubblico dal primo pomeriggio, mentre a partire dalle ore18:00 porteranno il loro saluto molti esponenti delle istituzioni tra i quali il consigliere Regionale Alfredo De Sio, i Consiglierei provinciali Andrea Sacripanti e Francesco Tiberi , i Consiglieri comunali di Orvieto Davide Melone e Pierluigi Leoni e il responsabile Giovanile di Fratelli d’Italia Umberto Garbini . Le Conclusioni del Convegno saranno affidate all’on. Marco Scurria parlamentare europeo di Fratelli d’Italia .
Il 10 febbraio è la “Giornata del Ricordo” in memoria dell’esodo delle popolazioni di Fiume, Istria e Dalmazia e della tragedia delle foibe ed è l’occasione per rinnovare la memoria di una delle pagine più tragiche della storia d’Italia
L’occupazione jugoslava, che a Trieste durò 45 giorni – ricordano gli organizzatori – fu causa non solo del fenomeno delle foibe, ma anche delle deportazioni nei campi di concentramento jugoslavi di popolazioni inermi.
In Istria, a Fiume e in Dalmazia, invece, la repressione dei comunisti jugoslavi costrinse oltre 300 mila persone ad abbandonare le case per fuggire dai massacri e poter mantenere la propria identità italiana”. Un sacrificio silenzioso quello di tanti nostri connazionali istriani, fiumani e dalmati vittime dell’odio e per i più fortunati, dell’esodo forzato dalle loro terre.
La triste stagione continuò anche negli anni successivi alla guerra dove una vera e propria pulizia etnica puntò alla definitiva slavizzazione di terre che erano e rimangono terre italiane per cultura storia e tradizione.
Dopo anni di oblio e colpevole disinteresse anche da parte dell’Italia -sottolineano gli esponenti di Fratelli d’Italia– con l’istituzione di questa importante data a ricordo dell’evento , la memoria di ciò che accadde al confine orientale torna ad essere patrimonio intero della nazione e delle nuove generazioni, che possono leggere finalmente, anche nei libri di scuola, questa parte di storia volutamente dimenticata.. La storia delle tragedie di cui l’uomo si è macchiato devono costituire un monito e uno strumento per la ricerca di una memoria condivisa . Auspicando che tutte le istituzioni commemorino solennemente l’evento .