di Pier Luigi Leoni
Forse stiamo generalmente sottovalutando la svolta epocale iniziata nel 1989, quando il mondo comunista s’è liberato della sua ingessatura. Non si è ancora diffusa la piena consapevolezza della comune appartenenza alla biosfera terrestre il cui equilibrio non è compatibile con lo sviluppo incontrollato della tecnica e con la progressiva sovrappopolazione. I valori di riferimento del mondo cosiddetto occidentale (ormai sinonimo di sviluppato) manifestano tutta la loro pericolosa banalità di fronte alla pressione dei popoli sottosviluppati. Anche gli aborigeni dell’Oceania e dell’Amazzonia hanno capito che li stiamo affamando e avvelenando. Intanto gl’Italiani stiamo riversando sugli Stati più civilmente ordinati dell’Europa le colpe dei nostri guai, fingendo d’ignorare la mafia, la corruzione e il clientelismo, insomma la nostra immoralità. C’è chi vuole disgregare l’Europa quando si tratta di aggregare il mondo. Il panorama sarebbe disperante se non sapessimo, per esperienza storica da tempo consolidata, che: a) ogni società possiede cellule staminali totipotenti e pluripotenti, pronte a mettersi in azione; b) ogni crisi risveglia forze rigeneratrici (il bisogno aguzza l’ingegno); c) quando cresce il pericolo cresce anche la forza (fare di necessità virtù); d) quando arriva la disperazione risorge la speranza.