Riceviamo dal presidente del COVIP, Franco Raimondo Barbabella, e pubblichiamo.
Il COVIP ha portato a compimento l’iniziativa promossa alcuni mesi fa per verificare la possibilità di unire soggetti diversi in un Patto Civico. Ci ha mossi l’esigenza di stimolare il superamento di divisioni spesso strumentali, spesso artificiose, spesso anche incomprensibili a fronte della convinzione che la fase di crisi strutturale che viviamo è di tale portata e di tale profondità che richiede di mettere al primo posto strategie, progetti e azioni, largamente condivisi. Richiede insomma che si trovino le ragioni per un impegno comune di vasta portata e di lungo periodo.
Il percorso che abbiamo fatto ha consentito ai partecipanti di effettuare un confronto libero e costruttivo e di mettere a fuoco le idee di rinnovamento necessarie a determinare una svolta di metodi e contenuti nel governo della città. Dunque abbiamo seminato, ed era quello che ci eravamo prefissi di fare.
Ora, come abbiamo detto, il nostro compito, per la parte che ci impegnava direttamente come soggetto organizzatore di questa fase, è concluso. Non potevamo e non volevamo essere noi come COVIP il soggetto protagonista della prossima fase elettorale. La palla passa perciò ai soggetti più strutturati e più organizzati. Saranno essi che in una dialettica libera, che ci auguriamo anche fortemente costruttiva, svilupperanno il necessario confronto per determinare alla fine le scelte che appariranno le migliori nelle condizioni date.
Il COVIP riprende a pieno titolo il suo ruolo di soggetto politico-culturale che stimola riflessioni ed elabora proposte. Lo faremo a maggior ragione nella fase che ci porterà in primavera al rinnovo del Consiglio e dell’Amministrazione. Saremo dunque presenti a modo nostro, quello per cui ci siamo a suo tempo costituiti come associazione di persone provenienti da esperienze e orientamenti diversi che agiscono con nessun altro fine che non sia il bene della città. E risponderemo positivamente a chi si vorrà confrontare costruttivamente con noi come soggetto collettivo. Resta fermo che i singoli componenti sono liberi, come sempre, di fare sul piano politico-amministrativo le scelte che ritengono più giuste.