di Fausto Cerulli
Ho riflettuto a lungo, il che non mi accade spesso, ed ho deciso di candidarmi alle elezioni europee. Ho capito che non riuscirei a battere la concorrenza nella concorsa alla poltrona di Sindaco. A parte la decisione di Concina di ripresentarsi, ostacolo che potrei evitare promettendogli un assessorato, quello che mi spaventa è il numero e la mole degli altri avversari. Germani no, lui lo hanno bruciato sparando il suo nome troppo presto, e neppure Paolo Borrello, che ha sparato su Germani raffiche di primarie. Quello che mi spaventa sono le liste rosa, escogitate in un palazzo nobiliare, e la strapotenza grillino di Massimo Maggi. Le liste rosa non mi candiderebbero a meno che non mi decidessi a cambiare sesso, i grillini non li voglio io, che ho già troppi grilli per la testa. Potrei provare con il PD, ma già mi fu detto che hanno finito le tessere, figuriamoci i voti. Allora mi sono detto che vanno bene le elezioni europee. Scherzi a parte, abbiamo già avuto un deputato europeo di tutto rispetto, come Sergio Ercini, che era democristiano, ma di quelli decisamente presentabili. Siamo stati amici, e nessuno si meraviglio che un comunista potesse essere amico di un democristiano. Altri tempi: ora, se mi capita di salutare Concina, tutti a dire che ho cambiato casacca. Ma torno a Sergio, era un deputato leggero, senza spocchia, ed ebbe a mietere voti in un’Umbria a quei tempi tutta rossa, sia detto senza offesa per il rosso, che mi ricorda anche la bandiera che preferisco e l’Internazionale. E ha voluto regalarci, prima di morire precocemente, un libro bello e strano, dedicato a un allievo di D’Annunzio.
Smetto di divagare in nostalgia, e torno alla mia decisione improvvisa, folgorante. Mi sono detto che dopo tanto tempo di critiche alla politica, merito forse di fare politica. Ovviamente non mi spreco a livello locale, la mia modestia mi obbliga ad orizzonti più vasti. A mio vantaggio gioca il fatto che sono di casa a Bruxelles, e ho fatto l’avvocato a Francoforte. E conto amici in Olanda, dal tempo delle occupazioni delle case del Peglia. Mi direte che per essere eletto occorre che qualcuno mi voti, ma si presenta anche Berlusconi, che se lo chiedi in giro nessuno lo vota. E potrei contare sull’appoggio di Hollande, sentimentale come me e più di me indaffarato in vicende amorose complicate, come si addice a un Re di Francia. Comincio la mia campagna elettorale sin da adesso, chiedo ai miei trentacinque lettori di trasformarsi in trentacinquemila elettori, il che non sarebbe sorprendente in questa Orvieto del miracolo di Bolsena. Prometto che Orvieto diventerà un santuario, così accontento il Vescovo e mi guadagno un posto, oltre che al parlamento europeo, anche in Paradiso. Garantisco che la Caserma Piave diventerà una Caserma della Nato, con soldati da tutta Europa, niente male per incrementare il giro delle puttane locali, ammesso che ad Orvieto esistano puttane, oltre a quelle che sappiamo: e che non dico, tanto lo sappiamo tutti; e NON DICO ASSOLUTAMENTE ( notare le maiuscole, ndr.)delle Banche o delle Assicurazioni, mentre dico, tanto per dire, di quel tizio che hanno beccato ad evadere il fisco alla grande, con un giro di soldi che gli ci volevano quattro commercialisti, e quattro spalloni per la Svizzera. Prometto che porterò sul mio aereo personale mille orvietani ad ogni viaggio a spasso per l’Europa, ché manco Stefano Filza Bianca quando volava in America, accompagnato da stuoli di esperti, di portaborse, di portaniente. Tutta gente che ora, se gli parli di Stefano, ti dice Stefano chi, manco fosse Fassina. E per ora mi fermo qui, questo è soltanto l’inizio della mia campagna elettorale: verrà il tempo dei banchetti, delle serate allegre, quando Porano sarà la nuova Arcore. Verrà il tempo delle mazzette e delle mazzate. Chiudo giocando solo un assaggio: prometto a tutti i candidati alla poltrona di Sindaco che starò sempre dalla loro parte. A tutti, dico a tutti. Tanto voglio vedere la luna nel pozzo, essendo sanamente pazzo.
E poi, dico, volete mettere uno che è nato a Cantalice, e ti diventa, oltre che orvietano-poranese, anche europeo?
La sfida è lanciata, io sono pronto. Ho comperato anche una cravatta, io che non la portavo dal giorno della Cresima.