di Pier Luigi Leoni
Caro Direttore,
Stefano Olimpieri, nel presentare la gestione comunale diretta dei parcheggi come un successo dell’amministrazione Concina credo che abbia esercitato “correttamente” il suo ruolo di autorevole consigliere di maggioranza. Le affermazioni di Olimpieri sono state parzialmente rintuzzate da Orvietosì, “correttamente” esercitando la libertà di stampa e di opinione. Consentimi adesso di dire “correttamente” la mia.
Il bando per la concessione dei parcheggi che “fortunatamente” (dice Olimpieri) andò a vuoto non fu una trovata di Olimpieri, ma un prodotto maldestro della burocrazia comunale angosciata dalla impossibilità di pareggiare il bilancio senza ricorrere a vecchi trucchi che avevano compromesso l’equilibrio finanziario del Comune. La burocrazia, che detiene il sapere legale, tecnico e contabile del Comune e che ha funzioni propositive, consultive e gestionali, è indispensabile, ma può sbagliare e indurre in errore gli amministratori. Hai presente il recente caso del ministro Saccomanni, un tecnico di alto valore messo nei guai delle burocrazie ministeriali? Mi accorsi, forse perché ero un vecchio burocrate comunale, che il bando per la concessione dei parcheggi (certamente non redatto dal sindaco, dagli assessori e dai consiglieri) era innocuo e destinato ad andare a vuoto. E cercai di tranquillizzare il collega Olimpieri, che era angosciato da quella soluzione. Poi le cose andarono come dovevano andare e comprendo perché Olimpieri la chiami “fortuna”; nonostante il rispetto e la stima che mi ha sempre dimostrato, aveva temuto il peggio. Quanto alla posizione del consigliere Angelo Ranchino, non conosco esattamente il percorso logico col quale fosse giunto a una posizione rigorosamente favorevole alle gestione diretta, ma aveva pienamente ragione. La soluzione proposta all’epoca da Massimo Gnagnarini non la commentai allora e non la commento adesso. Dico solo che, secondo me, era fuori dei confini imposti dalla legge all’autonomia finanziaria del Comune.
Non è l’unico caso in cui l’amministrazione Concina sia stata indotta in errore dalla burocrazia comunale. Cito, per esempio, il tentativo impossibile di vendere la palazzina comando dell’ex Caserma Piave. Ma, anche in questo caso, senza conseguenze pesanti. Diversamente da quanto era purtroppo avvenuto in epoche precedenti, quando gli errori degli amministratori e della burocrazia avevano formato un miscela devastante.