di Mario Tiberi
Da “uomo alla finestra”, e quindi da osservatore il più obiettivo possibile, non posso non annotare come l’appropinquarsi della scadenza elettorale amministrativa si stia colorando dei foschi pastelli di personalismi esasperati, di sospetti e diffidenze, di posizionamenti e riposizionamenti utilitaristici, di pubbliche dichiarazioni fuorvianti, di atteggiamenti camaleontici, di irresponsabili menefreghismi degli interessi generali a fronte di quelli di parte o di una soltanto parte di una medesima parte.
Congiure di palazzo, giochi al massacro, atti di sabotaggio, proditorietà e guerre di tutti contro tutti si pongono all’esatto opposto della resa di servigio da dover rendere ad una Città allo stremo ed orbata del suo onore e della sua dignità.
Per quel che mi concerne, nulla voglio e nulla spero e, però, se mai qualcuno dovesse bussare alla mia porta, non lo respingerò di certo, ed anzi gli dirò: “in cosa posso essere utile alla Città di Orvieto?!?”.