di Fausto Cerulli
Percorrevo con te una assolata
striscia di felicità, e mi giungeva
l’eco di un lamento inatteso,
e sapevo che oltre quel punto
non esiste ritorno, ma non tu
avevi il coraggio necessario
a dirmi altra via, e dai campi
l’odore del fieno e dal tuo
fragile corpo l’aroma acre
di un amore che barcollava
come il giovane ebbro
nella taverna della mia vita,
quando tu fosti nuda.
Percorrevo verso di te
la desolata strada delle
periferie umane, dove
le libagioni, dove la festa
di qualche Dio immortale
immorale. Percorrevo
contro di te ogni strada
impossibile.