Nella programmazione delle attività comunali si può essere credibili, non credibili oppure, come nel vostro caso, addirittura incredibili.
Pretendere che gli attuali amministratori e dirigenti abbiano la minima consapevolezza di quale possa essere la differenza tra mobilità e viabilità, tra turismo e ospitalità o tra parcheggio e appropriazione indebita sarebbe come chiedere al Mostro di Arese la differenza tra etica e morale. Ma far passare il fora e sosta come elemento cardine del Quadro Strategico di Valorizzazione del centro storico è veramente fuori luogo . E non so se il mio fisico e la mia comprensione riusciranno a sopravvivere a tanta intelligenza partorita da un brainstorming di cervelli che hanno portato all’approvazione del bando pubblico per l’acquisto, all’asta dei ricchi, del parcheggio sotto casa.
Come minacciato dall’assessore competente ‘l’iniziativa non si ferma qua e che ci sarà la possibilità per tutti ‘i ricchi’ di aggiudicarsi un posto sotto casa’. E rincara la dose dichiarando che “Con questa iniziativa di assoluta novità relativamente all’offerta di parcheggi nella nostra città l’Amministrazione Comunale da attuazione alle decisioni del Consiglio Comunale disciplinando le modalità di assegnazione dei posti tenendo conto del vigente regolamento per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche”.
Dal 30 gennaio 2012, data del parto prematuro del Piano per la disciplina della mobilità sul territorio del comune di Orvieto, approvato con deliberazione consiliare n. 5, tra le tante amenità descritte in modo approssimato ed inconcludente riportava, a latere, una proposta indecente che sembrava quasi fosse stata inserita per essere successivamente cestinata. Ed invece proprio quella eresia ha prodotto la pubblicazione del bando.
Il bando ‘Parcheggio sotto casa’, scaricabile dal sito del comune, non reca neanche la firma del dirigente che se ne assume la responsabilità, anche in disprezzo delle più elementari regole di trasparenza.
E’ l’ennesimo atto per fare cassa a dispetto ed in contrasto con il precipuo interesse pubblico. Ma il disastro parte dalla ormai lontana Legge Tognoli, non ostacolata allora e difficilmente arginabile ora.
Tornando al bando, volendolo considerare proponibile, lascia basiti la formazione della graduatoria che non prende minimamente in considerazione l’uso reale del posto auto mettendo sullo stesso piano il semplice domiciliato (magari nella quarta o quinta casa) con il disoccupato che presta servizio socialmente utile dove quest’ultimo difficilmente potrà pagare la concessione. Nessuna graduatoria speciale per i disabili in assenza di un piano di ampliamento dei parcheggi non residenti o occasionali, visto che si parla di città turistica.
D’altra parte trovo profondo sconcerto e disorientamento nel tentare di percorrere un ragionamento compiuto a confutazione di un evento simile poiché l’oggetto della discussione non ha nessuna razionalità.
Vorrei chiedere supporto a chi è disponibile per rinfrescare la memoria dei nostri amministratori sull’art. 822 c.c., sul 16, 41 e 42 della Costituzione o sul fatto che le cose pubbliche, finché tali, sono fuori commercio, inalienabili, incapaci di formare oggetto di contratto, d’ ipoteca, o di servitù convenzionale o legale, iure privato.
Vorrei chiedere il supporto a chi potesse aiutarci ad intentare causa per falso ideologico o bancarotta preferenziale del comune a favore di agiati privati automobilisti.
Vorrei chiedere il supporto a donne ed uomini di buona volontà per valutare definitivamente e serenamente la manifesta incapacità dei nostri amministratori.
E’ semplicemente incredibile quanto state facendo.