di Massimo Gnagnarini – Unire i Puntini – Orvieto
OrvietoSi, nel riferire sulle dichiarazioni di Olimpieri circa i successi dell’amministrazione sulla gestione diretta dei parcheggi ha voluto ricordarne, con puntuali riferimenti alle cronache del 2010, l’iniziale scelta sbagliata dell’attuale amministrazione con la pubblicazione del bando relativo all’affidamento ai privati della concessione trentennale e a prezzi stracciati.
Quanto abbia inciso la battaglia politica all’epoca intrapresa contro quella scellerata decisione di cui si rimanda al seguente link http://www.unireipuntini-orvieto.it/app/download/5794333052/Il+pasticcio+sui+parcheggi.doc , e quanto proprio da essa sia derivato il salutare dietrofront compiuto dal comune e il conseguente ritorno alla gestione diretta dei parcheggi è questione opinabile, però, di certo, non fu affatto una passeggiata far cambiare idea a Olimpieri e compagnia.
Ricordo che fui addirittura diffidato, la stampa ne diete notizia, di querela per turbativa d’asta. Così erano state considerate e trattate le analisi e i dati che andavo snocciolando contro quel bando di assegnazione con i miei articoli e prese di posizione. Amen!
Non mi sorprende che l’assessore Luciani, nel tessere le lodi dei risultati ottenuti con la gestione diretta dei parcheggi non si soffermi a ricercare i punti di verità e quindi di primogenitura dei successi di cui parla. Del resto è arrivato in giunta solo da qualche mese dopo che una mezza dozzina di assessori se ne erano già andati, pertanto non né può certo averne memoria.
Tuttavia deve sapere che anche la gestione attuale dei parcheggi di cui egli è responsabile rimane un esempio di cattiva amministrazione per le ragioni di cui appresso si darà qualche cenno.
Mi preme, qui, prima, stigmatizzare il corsivo più recentemente pubblicato su OrvietoSi con il quale il consigliere Leoni, a cui mi lega profonda amicizia, ci offre una ricostruzione alquanto bizzarra dell’accaduto.
Egli sostiene che quel bando era fasullo sin dall’inizio e che nessuno poteva credere che andasse effettivamente in porto, era stato dettato solo dall’urgenza e dalla necessità di trovare una previsione d’entrata ( 2,8 Mln di euro) a pareggio del bilancio del 2010. Si dà il caso che sia i revisori dei conti sia la Corte dei conti, invece, ci credettero davvero esprimendo i rispettivi pareri favorevoli anche su quel bilancio. Ma questa è un’altra storia, anzi è la cattiva storia di questi cinque anni di bugie e di improvvisazioni che non possono certo esser attribuite alla burocrazia comunale, come tenta di suggerire per fuorviarci Pierluigi Leoni che, talvolta non senza evidenti imbarazzi , continua a sostenere le ragioni dell’amministrazione comunale.
Aggiungo, Leoni e Olimpieri lo sanno benissimo, che interessati a quel bando sui parcheggi erano non solo una cordata di giovani imprenditori orvietani come ebbe a dire il sindaco in una pubblica seduta consigliare, ma anche la ex ATC, gestore uscente dei parcheggi orvietani , che non mancò di esercitare ogni attività di lobbies per riaccaparrarsi la ghiotta opportunità.
Il vero colpo di culo per Orvieto, checché ne dica Olimpieri, fu la coincidenza della crisi finanziaria in cui versava quell’azienda, poi trasformatasi in nuova Mobilità Umbra, a impedire che il bando si concludesse positivamente, altrimenti ci avrebbero fottuto in perfetta continuità con il passato ogni entrata per i prossimi trent’anni e compromesso ogni più ampio progetto di messa a reddito della città.
E qui torno a Luciani. Non ho il piacere di conoscerla personalmente, ma guardi assessore a me pare che lei non possa andare molto fiero del suo attuale operato di amministratore. Sono sue le decisioni che impediscono al Comune di Orvieto di trarre profitto dal sistema della cosiddetta mobilità alternativa. E’ lei che non capisce o non vuole mettere in sinergia la sosta dei pulman turistici allo scalo con la funicolare, che deve tornare alla gestione diretta, i parcheggi con la tassa di soggiorno, né possiede o quantomeno mai ha annunciato un piano generale di riorganizzazione della mobilità e sul modo di metterla a reddito per il Comune.
Non è affittando gli “stalletti” agli orvietani sotto casa che Orvieto se la può cavare. In ogni caso è probabile che non sia lei a doversene occupare dopo le elezioni comunali di questa primavera. Se così non fosse sarò lieto di darle qualche suggerimento, se gradito, per il futuro.