di Fausto Cerulli
La Befana vien di notte, come fanno le mignatte. Ma la Befana che conosco io è una mignatta alla De André. Convince e converte preti e marescialli dei carabinieri, volteggia su questa città scomposta e reca doni. Ai grillino nostrani porta sale da mettere in zucca, a Brogiotti porta piscine da denunciare, al PD porta la pace non eterna, ma si fa quel che si può.
Ad Olimpieri porta il potere che non ha, ma che usa come fosse cosa sua, agli orvietani porta una ex caserma Piave piena di turisti, essendo diventata albergo a cinque stelle, come un generale. Alle banche porta soldi da distribuire ad altre banche, in un girotondo monetario. Carbone alle donne che non mi amano e non sanno quello che perdono: carbone per accendersi il fuoco nelle vene. La Befana porta a Parretti la modestia, e lui si incazza perché non sa cosa sia. Alle Fondazioni porta fondamento, ai Centri Studi la cultura, al Consiglio Comunale porta consiglio, come fa la notte. Io ho visto la Befana, che si fa vedere soltanto da chi ci crede, essendo eternamente bambino. Somiglia ad una donna che si trucca troppo e male, e nasconde gli anni nel sacco che pesa un sacco. Ho chiesto alla Befana chi glielo fa fare, mi ha detto che sono i fondi europei. Le ho detto che i fondi sono tornati indietro, come sempre, perché non utilizzati. Mi ha risposto che Concina sa quello che fa e fa quello che sa fare: il resto resta. Alla Befana ho chiesto la poltrona di Sindaco, lei dice che siamo in troppi, ho insistito, mi ha risposto seccata che la decisione spetta al popolo. Quale popolo, le ho chiesto. E lei, con quel suo ghigno dolce di Befana mi ha risposto che il popolo ha fame di Sindaci, di direttori generali, di Società pubbliche o quasi, come la Sii, o il Consorzio del Paglia, che lo pagano anche i montanari più montanari. Mi ha promesso che cancellerà l’Equitalia, ma proprio mentre pronunciava la parolaccia, le è stata sbattuta in testa una cartella esattoriale. Deve pagare la tassa sulla scopa, e il bollo sulla scopa, con le more e le bionde, e gli interessi disinteressati.
Allora ho capito che la Befana è una donna anziana ed impaurita, la pensione non le baste, i regali costano troppo. E nessuno li apprezza abbastanza. Ho capito che la Befana, gira gira, vola vola, ha in mente di dimettersi. Cristo, lo so che la Befana è la Befana, ma sarebbe la prima persona che si dimette. Se Babbo Natale fa come lei, chi ci darà ancora qualche illusione? Sento uno sgomento complicato, mi mancheranno i miti. E quando sarò sindaco, e la gente mi chiederà miracoli, non potrò neppure rispondere: non sono mica Babbo Natale.