di Pier Luigi Leoni
A mano a mano che si avvicinano le elezioni comunali, si vivacizza il dibattito tra coloro che si occupano di politica nella città di Orvieto. È fatale che sia così.
Se riusciamo a immaginare gli aspiranti al potere civico riuniti in un banchetto, vediamo numerosi convitati, alcuni a volto scoperto e altri mascherati, circondati da servi che danno consigli interessati. C’è un gran vociare e ciascuno cerca di mettere in fila idee che non ha chiare dentro il cervello. Parlano ma non dicono. Ma il convitato che tutti guardano con timore, quello che incombe e tace, è il Convitato di Pietra. Quello che prenderà per mano lo sventurato Don Giovanni che oserà sfidare la sorte e lo porterà alla rovina.
È evidente che il Convitato di Pietra è il Comune di Orvieto, vale a dire la personificazione della comunità orvietana, che rovinerà chi avrà l’ardire di sfidarlo. Infatti il Comune, così com’è ridotto dopo un quarto di secolo di comportamenti surreali, è pietrificato e pietrificante.
Quando traccerò una croce sul nome di un candidato sindaco, pregherò per lui.