di Aurora Cantini
Dopo il cauto ottimismo del mese scorso , alimentato dal parere favorevole della Commissione Giustizia del Senato,per il recupero di almeno 11 dei 30 tribunali soppressi e per concedere , ai restanti, la possibilità di trasformarsi in sezioni distaccate dei tribunali accorpanti, ecco arrivare la doccia fredda che ci riporta alla realtà.
Tanto per cominciare,un primo colpo è arrivato dalla Corte Costituzionale che,con decisione assunta il 15 gennaio, ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo delle norme sulla nuova geografia giudiziaria proposto da nove regioni.
Inoltre, il decreto correttivo delle disposizioni di cui ai DLG dei n. 155 e 156/2012 ,teso ad assicurare la funzionalità degli Uffici Giudiziari, predisposto dal Ministero per essere varato dal Consiglio dei Ministri prevedeva, fra l’altro, di veramente significativo soltanto il ripristino, per un tempo limitato (cinque anni) delle sezioni distaccate delle isole minori di Lipari, Ischia ed Elba.
Tale decreto era stato inserito,per essere approvato, tra quelli in discussione all’ordine del giorno del Consiglio dei Ministri di ieri 24 gennaio 2014 .
Ma, alla vigilia di detto appuntamento, guarda caso, si sono registrate alcune prese di posizione nettamente contrarie al contenuto del provvedimento.
Prese di posizione sempre da parte di quelli che hanno pervicacemente voluto questa riforma , definita epocale e che hanno manifestato e manifestano il loro disappunto di fronte alla prospettiva, da più parti invocata, di introdurre dei correttivi per bilanciare,almeno in parte , i disagi /disservizi macroscopici riscontrati da gran parte delle comunità che si sono viste sottrarre il proprio presidio di giustizia.
E’ il caso, per esempio , del Vicepresidente del CSM il quale, in una intervista pubblicata sul “Sole 24 Ore di sabato 18 gennaio, a proposito del rinvio del Consiglio dei ministri del varo del provvedimento correttivo sopra richiamato , ha testualmente affermato : “con le deroghe la riforma evapora”; e ancora : “ come sappiamo,questo è il paese delle proroghe e delle deroghe. Una volta creato il precedente,siamo tutti maestri ad estenderlo per analogia a tante altre situazioni che stanno a cuore ad altrettanti campanili”, ed ancora “ non è mantenendo uffici zoppicanti sotto casa che si può fornire quella risposta di giustizia tempestiva e sempre più specializzata,che è una delle condizioni per la ripresa della competitività dell’intero sistema paese”.
Come se non bastasse, a rincarare la dose, ci ha pensato anche il presidente dell’Amn , che,in un’altra intervista del 22 gennaio, sempre sullo stesso quotidiano e sempre a proposito del ripristino delle sezioni distaccate nelle isole minori , ha tuonato : “Ripristinare alcune sezioni distaccate rischia di determinare un effetto domino a valanga…….i correttivi sono previsti dalla legge e noi non abbiamo nulla in contrario .Anzi. Il problema è che il recupero anche di poche sezioni distaccate rischia di creare un precedente pericoloso. Uno dei cardini della riforma è proprio la generalizzata abolizione delle sezioni distaccate,uffici acefali, dipendenti dai Tribunali….”.
Non so dire quanto queste illustri esternazioni abbiano influito sull’iter del decreto; fatto sta che quest’ultimo è arrivato sul tavolo del CdM decapitato del capitolo riguardante le isole minori,ovvero, nella sostanza, svuotato di gran parte del suo contenuto.