Cittadinanzattiva, l’associazione animata da Gianni Pietro Mencarelli, sempre attenta alla sua mission di rappresentare la parte dei cittadini, sta segnalando, ancora una volta, situazioni che possono essere definite di abuso, almeno dai cittadini “normali” che non possono fruire di alcune agevolazioni.
Ancora in piedi la questione della agibilità della ex caserma Piave.
“Non ci sono ancora pervenute notizie circa la effettiva inagibilità delle ex caserme, a seguito delle recenti polemiche sull’occupazione di spazi interni alla struttura da parte di vari soggetti, tra i quali, unici ad aver fornito una versione sul comodato d’uso è stata Umbria Movie Film”, scrive in una nota Cittadinanzattiva. “Non è stata sciolta la riserva- continua l’associazione- sulla presenza di una situazione di “inagibilità “ dichiarata verbalmente dal dirigente preposto, che sarebbe una condizione insormontabile, anche in riferimento alla sicurezza per gli occupanti, siano essi anche addetti comunali, ed è per questo che Cittadinanzattiva prima di procedere a degli accertamenti ufficiali con un accesso agli atti, che potrebbero ben chiarire l’intera vicenda, auspica una presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale affinché si addivenga ad un chiarimento a mezzo stampa, onde evitare malintesi e per rispondere pubblicamente alla cittadinanza che ormai nutre una legittima aspettativa di trasparenza”.
Altro argomento sotto i riflettori dell’attiva associazione la questione dei parcheggi, questa volta dell’uso, o dell’abuso, di permessi di sosta.
“Ci è stato posto un altro quesito sull’utilizzo da parte di amministratori di permessi di servizio apposti su auto private che consentono comodamente ai proprietari delle stesse di raggiungere la sede comunale e di sostare negli spazi riservati alle auto di sevizio. La messa in pratica di tali agevolazioni è quanto mai inopportuna, partendo dal presupposto che tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, ma anche di fronte ai sacrifici, e che, comunque, le auto private degli amministratori non sono equiparabili affatto alle auto di servizio e non ci sono motivazioni sulle ipotesi di urgenza che potrebbero essere addotte, come è facile immaginare. Un’analoga osservazione venne presentata tempo fa per l’occupazione, effettata sempre da auto private, di posti auto all’interno del parcheggio nei pressi della sede comunale, ma a fronte delle ipotesi di parcheggio sotto casa, che consentirebbe a chi può di avere a disposizione uno spazio pubblico per uso privato, ci sembra di capire che ormai tutto sia rivoluzionato e che ognuno possa fare liberamente ciò che vuole o desidera, per rendersi la vita più comoda”.
La nota di Mencarelli mette il dito su una piaga dolente e delicata che pone una domanda, a cui cisacuno potrà rispondere secondo la propria sensibilità: l’insieme architettonico di una città, il suo equilibrio estetico e quindi l’attrattività, anche economica, del suo centro storico possono essere sacrificati per “rendere la vita più comoda a chi se lo può permettere o costituiscono un valore comune inalienabile?”
Forse possono produrre la risposta giusta soltanto il buonsenso, l’equilibrio e la mortificazione dell’istinto di sopraffazione che alberga dentro molti di noi.