di Massimo Maggi
Facendo surf tra i vari articoli, editoriali e riceviamo e pubblichiamo, oltre a farmi venire il mal di pancia dalle risate, ho tratto alcuni spunti per far ridere anche gli altri.
Il LA decisivo me lo ha dato Giorgio Santelli, anche se in bemolle minore, con il suo articolo ‘Viva la sinistra dai capelli grigi. Se sono brizzolati va bene ugualmente?‘. Nella lettura del suo articolo non ho potuto fare a meno di pensare al ritratto di Dorian Gray nell’immaginare che quella generazione dai capelli bianchi non è invecchiata alla finestra, anzi. Ed è vero che l’alta strategia politica non prescrive di patteggiare con un pregiudicato, ma neanche di cambiarle semplicemente nome rendendolo un interlocutore. Come è vero che quella porta semi aperta mi riporta alla mente il racconto Dinanzi alla Legge di Kafka e non un mai conosciuto e men che meno ‘ritrovato impegno diretto’. Di quella generazione – è bene ricordarlo – sono comprensibili coloro che si incazzano perché il loro futuro è stato compromesso da regole che cambiavano durante lo svolgimento della partita, mentre è un po’ meno comprensibile chi in quel bluff ci ha campato. E non può essere certamente identificato come nebulizzato o disperso chi ha approfittato della putrefazione di un sistema, al pari di un avvoltoio, ma semmai come atomizzato in una molecola composta da corruttori e corrotti. Ora, se vogliamo, questa nuova entità chiamiamola Attac, senza k, al fine di rimettere insieme i cocci, ma non confondiamola con l’omonima associazione avente altre e più alte finalità.
Ma la questione tricologica si ripresenta anche all’interno dei simpatici e innocenti seminaristi, molto scapigliati e ben descritti da Gian Paolo Aceto nel suo puntuale ed inciso articolo dove sottolinea, senza scampo, una inconsistente motivazione generazionale emersa in un nulla programmatico dove il plagio finale non era nei confronti di Kennedy ma nei confronti dell’etica quando alla lecita domanda ‘cosa possano fare per il paese‘ i giovani seminaristi capelloni non rispondano con un ‘togliamo il disturbo dalla sinistra’.
Questa capigliatura disinvolta, bianca, grigia o biondo platino, non proviene da una sana e consapevole libidine maturata dopo anni ed anni di autocoscienza politica, ma da simpatici ed innocenti incontri conviviali del venerdì o del sabato sera. Che questi incontri siano la sintesi di collettivi, comitive, sette, partiti, associazioni di qualunque stampo e fattezze poco importa. Nella metà degli anni settanta ne girava di fumo ed altre sostanze tossiche – incluso l’amianto – ma la musica era senz’altro una gran figata e la capigliatura completava il resto. In questo quadretto, patetico ma divertente, frullati generazionali vecchi o nuovi che non sono riusciti a risolvere neanche la propria personale e privata rivolta vogliono tentare il colpaccio per rivoluzionare, addirittura, il locale o il nazionale. Ma perché non la galassia? in fondo negli anni settanta eravate dei veri maniaci compulsivi nella visione di Star Trek come oggi si è storditi dalle visioni della futura Gaia della Casaleggio & Co. o dalla demenza neo-linguistica di Orwelliana memoria del rinnovamento tradotto in patto con un decrepito condannato in ottavo grado di giudizio.
Ma niente da fare: decide di entrare in politica – scendere o salire è ormai desueto – chi vuole dare una romanella ai 30 anni di collusione o assenteismo al pari chi ha bisogno ancora di un minimo di 30 anni di studio prima di aprir bocca. Di qui la volontà di dare vita a liste o riproposizioni dell’improponibile precedute, a quanto pare, da un nulla cosmico. Il colore o la densità dei capelli non sembra, come lo pseudo contrasto generazionale, sensibilizzare i commensali, conviviali o seminaristi, a far prendere coscienza, ai più anziani, della necessità di rispolverare i Caroselli di Cesare Ragazzi e ai più giovani di ricercare sul quel favoloso mondo di internet chi era costui.
Ma al giovane V.A.L.E. seminarista si contrappone un più valido esempio di V.I.T.A.E. Folignate rivolto alla popolazione anziana che ha già coinvolto 120 anziani umbri che farebbero volentieri a meno di riempire liste di candidature inutili e dannose. Vorrei proporre la madrina Carla Casciari quale candidato sindaco per queste improbabili liste in quanto, oltre ad essere vice presidente della Regione Umbria, ha anche rivendicato il primato regionale nel dotarsi di una legge per l’invecchiamento attivo poiché, è bene ricordarlo, la demenza senile è una patologia molto grave per chi ha i capelli grigi ma un vero flagello se colpisce in giovane età. La V.I.T.A.E. ha senz’altro il grande merito nell’aver proposto ad aziende private ed enti pubblici di ‘riciclare’ i PC in loro dotazione e non era proprio nelle loro intenzione intendere il PCI.
Ora a parte la satira che scatena ilarità e qualche neurone ancora attivo è bene ricordare che a questa, come ad altre, città non serve né il nuovo tout court ne il rigenerato garantito, ma serve il reale concreto e supportato da competenza e coraggio al limite dell’eroismo (da non confondere con il masochismo o con il martirio), ed un onesto, qualora ce ne fossero, anche se non ruba soldi, ruba comunque tempo e futuro se manca di capacità.