di Gian Paolo Aceto
A Laura Ricci a suo modo petrarchesca, con stima e simpatia.
A messa ci vado una volta all’anno, per così dire. E tra Natale e Pasqua preferisco Pasqua.
Giocando un po’, Natale è quasi più per i bambini, come per ricordare loro: Venite!, Adeste fideles!, Vi è nato un fratellino!, e si chiama Gesù Bambino!
Dopodichè, i bambini lasciamoli crescere (anche Lui), e per un bel po’ non hanno niente da dirci, a noi cosiddetti adulti. Insomma, che crescano, e poi soltanto da adulti, se saranno capaci, aspettiamo eventualmente da ciascuno di loro “la Parola che sana”.
Io invece vado a messa a Pasqua perché quel giorno mi ricorda e mi fa meditare su qualcosa di enorme, mai successo prima, altro che dire Wow! Quell’uomo, che da vivo sembrava ed era comunque soltanto un uomo (prima), E’ RISORTO dalla morte! Ed è vero perché storico, documentato, anche alla faccia di Pascal con la sua “scommessa” se sia più “utile” credere o non credere.
Ma che significato ha o può avere per noi quella resurrezione? Oltre che teologico, anche proprio filosofico per noi che stiamo “nel mondo”, e ci RIVELA che se anche “cadiamo”, con fede speranza e carità possiamo risorgere da qualsiasi “caduta” grande o piccola che sia, magari anche solo giornalistica, di chi pubblica ma certamente ancora prima di chi scrive.
Cara Laura, nei giorni scorsi ti ho mandato un articolo dal titolo “VALE E CREPA!”. Poi non l’ho trovato pubblicato sul “tuo” giornale on line, e mi sono chiesto in quale “caduta” ero incorso.
Stilistica? Vale a dire non “dolce stil” telematico “comme il faut”?
Di contenuto? Ma questo non è possibile, perché tu pubblichi le opinioni politiche di tutti.
Volgarità, scurrilità? Non c’è traccia.
Risvolto “teologico” circa il “corpo mistico” clericale più che religioso? Ma è critica POLITICA,
dato che è sotto gli occhi di tutti da decenni che i partiti si sono trasformati in chiese e i dirigenti fanno i “sacerdoti” di queste ditte-chiese.
Può darsi. Ma allora non c’è più libertà di stampa o di scrittura, anche se non ci sono insulti o volgarità.
Attacchi personali? Ecco allora qui forse ci siamo. I bischeri? Ma non c’è nome. Individuabile?
Ma ci sono in tutte le regioni!
Rimane lo “Scopetti qualsiasi” all’ultima riga. Lui non se l’è presa, e sai perché? Perché sa di essere un dirigente politico, e quindi deve sopportarsi le critiche.
Ora, tu Laura sei poetessa e alcune delle tue poesie sono molto belle, ma prima ancora conosci bene la storia della letteratura. Oltre alle poesie, come generi letterari ci sono l’epica, l’idillio, il romanzo e la satira (che se avesse confini non è più satira ma in autoprigione).
E come genere c’è anche il giornalismo, genere non minore degli altri, se lo si sa bene usare.
Non pubblicando il mio articolo, che considero per una volta realmente importante nel contesto storico e temporale di queste elezioni, sei forse “caduta” per mancanza di coraggio giornalistico?
Non credo.
Sono forse “caduto” io per esagerazione e peccato d’insulto? Nemmeno.
Proposta: anche se nessuno di noi due è “caduto”, ti va di “risorgere” insieme? Con un link eventuale e con la tua gradita e certamente sorridente risposta.