di Dante Freddi
Mentre il segretario del PD Scopetti tenta disperatamente di trovare il personaggio “condiviso e di alto profilo”, i suoi possibili alleati per sostenere la battaglia contro Còncina si muovono con prudenza ma con punti fermi, in attesa che si concluda questa interminabile fase di costruzione a freddo del candidato sindaco e si passi a un programma comune e alle primarie. Ora, dopo la strage di nomi autorevoli perpetrata da Scopetti, ci si mette anche il capo dei margheriti ternani, Eros Brega, presidente del Consiglio regionale, a voler affermare un proprio candidato, individuato, sembra, nel dr. Morelli, ginecologo, persona squisita, professionista affermato, uno che “sa dove mettere le mani”, ma non addestrato certo a occuparsi di una città che langue e senza un euro. Bizzarrie di certa politica, che sa che i ginecologi hanno più voti dei politici e pensa di accaparrarseli per giocare la propria battaglia interna.
Gli eventuali alleati in attesa del PD sono quel che resta del centrosinistra, Rifondazione, Comunisti italiani, socialisti, e quell’area che si è formata come opposizione a Còncina, quindi Scelta Civica della Calcagni, Unire i puntini di Gnagnarini, Forum cittadino di Massimo Maggi.
L’idea di costruire una lista di bandiera, da far sventolare per segnalare una presenza e un lavoro svolto, è ormai sicura per Forum Cittadino. Maggi conferma che «si costituirà come lista civica svincolata da ogni simbolo presente sul panorama politico italiano», mentre Rifondazione «ci sta lavorando». «No! Niente liste di bandiera, noi vogliamo “unire i puntini” senza contribuire invece a moltiplicarli» risponde Gnagnarini. Anche Cristina Calcagni non pensa a una lista di Scelta Civica, ma ritiene di « favorire una ampia coalizione alternativa alla attuale amministrazione. Riteniamo possibile che tale ampia coalizione possa vedere una centralità del Partito Democratico laddove esso recuperi una unitarietà politica garantendo al contempo la capacità di esprimere un candidato riconosciuto ed appoggiato dalla totalità delle sue forze. Se ciò non dovesse avverarsi Scelta Civica avrà la forza e la capacità di produrre una autonoma lista di bandiera». Lavora per una lista il PSI, insieme ad altri soggetti, “ormai da un anno”, ricorda il segretario Gialletti.
Chiediamo se la ricerca di Scopetti di un candidato unico sia condivisa.
«Per noi la condivisione è sul programma prima che sui nomi. Ed il primo obbiettivo lo abbiamo già raggiunto. Il Pd ha le sue regole e le sue egemonie interne che vengono anteposte ai programmi reali e sostenibili, che non sembrano differire da quelli a cui si oppongono. Sono programmi e proclami ormai invendibili» tuona Maggi.
Gnagnarini sostiene che «Il PD si sta facendo del male mettendo in contrapposizione la linea di un candidato da nominare super partes e di alto profilo a quella maestra delle Primarie. Scopetti esclude che dentro il suo partito esista una o più figure adatte, ma con ciò diventa il primo detrattore del suo stesso partito. Si rivolge poi alla società civile interpellando decine di personalità che per lo più, declinando l’offerta di candidatura, diffondono l’idea che candidarsi per il PD a Orvieto non rappresenti più un elemento di prestigio personale. Quanto all’esser consultati per metterci d’accordo su cosa spetta a chi, sarebbe una roba da ridere vista la situazione in cui è precipitata la nostra città e la condizione di minoranza dalla quale si parte. Si tratta di errori dovuti per lo più all’inesperienza, mi auguro, ma di sicuro vanno rimediati al più presto».
Cecilia Stopponi, consigliere comunale di Rifondazione, annota che « Il Pd non guida l’opposizione, nonostante sarebbe logico in quanto la forza politica di opposizione più rappresentativa e numericamente consistente. “Guidare” comporta anche il condividere e coordinare strategie e anche tattiche con le altre forze di opposizione, ma non è questo quello che fa il Pd. Certamente non consideriamo corretta la ricerca spasmodica e solitaria della ricerca di un candidato unico. Questa modalità rappresenta anzi il contrario di quanto andrebbe fatto nell’ipotesi in cui si ricerchino alleanze non basate sui numeri ma sulla condivisione di visioni strategiche che, nel caso di vittoria elettorale, consentano di realizzare gli impegni assunti. Siamo stati consultati anche più volte, ma non per condividere caratteristiche di un possibile candidato, né tantomeno possibili nomi. Non finora, almeno».
Pensate che il PD dovrebbe organizzare delle primarie di coalizione a cui tutti gli alleati possano partecipare? chiediamo ai nostri interlocutori.
Per Maggi «Le primarie di coalizione non possono essere prese in considerazione per l’assenza dei programmi da parte delle altre forze politiche», mentre per Gnagnarini «sono la soluzione ideale per consentire il formarsi di una coalizione seria e maggiormente legittimata, indispensabili al PD di Orvieto per togliersi dall’isolamento in cui si è cacciato a causa di queste modalità ondivaghe e di sufficienza con cui tratta sia le Primarie previste dal suo Statuto, sia i potenziali alleati politici e sia la voglia di partecipazione della gente». «Sì alle primarie– afferma Stopponi- ma prima bisogna individuare i possibili alleati sulla base della condivisione sia del progetto sia delle modalità per realizzarlo».
Scelta Civica auspica che il PD possa trovare un candidato condiviso tra quanti si sono posti a disposizione, ma è contraria all’uomo della Provvidenza che è « un’esperienza già fatta nella nostra città ed ha portato una amministrazione devastante». « Se ciò non fosse possibile-continua Calcagni- la via delle primarie rimane la via maestra per il confronto democratico e la scelta del miglior candidato per guidare realmente ed in modo innovativo la nostra città, che ne ha spasmodico bisogno». In quanto al candidato Gialletti afferma che « se il PD riesce a convergere su un suo unico candidato meglio, altrimenti si facciano le primarie di coalizione, perché anche noi abbiamo canditati ai mettere a disposizione. Comunque sia, il candidato a sindaco, se non scelto dalle primarie, va assolutamente condiviso , altrimenti ognuno si sentirà libero di fare altre scelte».
Maggi non ha alcun interesse per le primarie di centrosinistra, ovviamente, mentre «Unire i Puntini ci sarà– sostiene Gnagnarini- a sostegno del candidato che di più saprà convincerci e attirare la nostra simpatia in relazione ai programmi e alle soluzioni dei problemi di Orvieto». Per Stopponi « La partecipazione ad eventuali primarie di coalizione presuppone che esista una coalizione ma ad oggi il tema delle alleanze non è ancora stato affrontato col Pd». Anche Calcagni ricorda che non ha ricevuto convocazioni dalla segreteria del PD e quindi ritiene «prematuro parlare di primarie di coalizione. Quando il PD locale avrà capito che tipo di coalizione intende convocare potrò rispondere se è intenzione di Scelta Civica ad Orvieto il prenderne parte o meno». Gialletti, seppure storico alleato, non ha avuto neppure lui rapporti con Scopetti se non nell’ultima settimana e quindi il programma è tutto da costruire.
Il lavoro di Scopetti di “trovarsi” un candidato non entra nelle valutazioni di Maggi, secondo cui «L’individuazione del candidato sindaco è prerogativa dei cittadini»,mentre Gnagnarini non ha dubbi:« Rimarrebbe una questione esclusiva del PD solo nel caso in cui questo partito volesse fare la sua corsa elettorale in solitudine forte di poco più del 25% dei voti che, peraltro, per gli stessi limiti premessi dal segretario Scopetti, nessuno sarebbe in grado di incanalare verso un unico candidato. In ogni caso quelli del PD sarebbero solo la metà dei voti necessari per vincere le elezioni. Il nuovo sindaco di Orvieto lo decidono gli elettori e quindi il PD farebbe meglio a mettersi in sintonia con essi attraverso l’unico strumento che sono le Primarie».
Anche Rifondazione non traccheggia e sostiene che, nell’eventualità di un accordo, «le primarie di coalizione sono ineludibili, a meno che il candidato sindaco non sia espressione di un lavoro comune condotto nel rispetto della pari dignità delle forze politiche e sociali partecipanti alla coalizione, e le cui caratteristiche la/lo facciano riconoscere capace di realizzare il progetto comune».
«Ovviamente al Partito Democratico riconosciamo la leadership del partito più grande del centrosinistra- sostiene Calcagni- ma non la possibilità di poter decidere in solitudine e in modo autoritario la premiership. Parliamo di candidature e non parliamo mai di programmi. Per noi è assolutamente necessario conoscere e condividere i passaggi più importanti e determinanti per il futuro di Orvieto. È tempo di progetti concreti, idee innovative e fattibili in tempi brevi».
Gialletti è consapevole che il PD è il partito maggioritario, ma afferma deciso che “la scelta del candidato deve essere di tutta la coalizione”.
Insomma, più si gira intorno a candidato condiviso, programma condiviso, primarie, più ci si rende conto che l’unica certezza è la confusione e la mancanza di una strategia di centrosinistra.
Scopetti ha sostenuto più volte che lui si rivolge alla città, ma chi è questa città a cui il segretario non vuole neppure far scegliere il candidato sindaco?
Ciro Zeno, dei comunisti italiani, non ha ritenuto di inserirsi nei ragionamenti che stiamo tentando, perché la prossima settimana convocherà una conferenza stampa in cui comunicherà la decisione del suo partito, e ci offrirà una notizia “importante”. Vedremo, ma tanto entusiasmo non dovrebbe far ben sperare i suoi possibili alleati.