di Massimo Gnagnarini – Unire i puntini Orvieto.
Bisogna dare atto alla maggioranza dei consiglieri che sostiene il sindaco Concina di una straordinaria coerenza e , forse, almeno in alcuni, di una genuina convinzione delle proprie ragioni nel votare a favore del “discutibilissimo” bilancio 2013.
Nessun distinguo, nessuna domanda, nessuna riserva tra i banchi dei governativi ad eccezione del voto di astensione del consigliere Tonelli.
Parimenti ho apprezzato i consiglieri di opposizione che argomentando con puntualità e molte buone ragioni da vendere hanno potuto esprimere con pacatezza , ma con altrettanta fermezza e lucidità il loro voto contrario al bilancio consapevoli che l’accesso alla procedura di predissesto da parte del Comune spazza via ogni velleità dell’amministrazione uscente di potersi ripresentare agli elettori, la prossima primavera, con la patente dei risanatori. Non è un giudizio ma una semplice constatazione.
Ho apprezzato meno la totale mancanza nel dibattito di idee, proposte e innovazioni che necessariamente occorre mettere in campo per il futuro della città.
C’è stato senza alcun dubbio il ritorno prepotente e trionfante del primato della politica e del politichese rispetto a quello dei numeri, a quello dei pareri contrari dell’organo di controllo, a quello delle molte analisi legittimamente espresse nei mesi di confronto svolto per lo più al di fuori del massimo consesso cittadino.
Sul piano squisitamente politico ne escono vincitori sia Concina che il PD.
Perdono terreno, invece, tutti quelli che hanno coltivato un’ idea , per così dire, di terza via alla gestione della cosa pubblica orvietana, che volesse prescindere dal ruolo dei partiti o da questo patto di sindacato con il quale esponenti di destra, civici e di sinistra lanciarono, cinque anni orsono, l’OPA sulla città.
Il Consiglio comunale, gli interventi e la votazione ci dicono che il patto c’è, resiste e anzi ne esce coeso e pronto per le prossime elezioni comunali.
Con ciò appaiono perfino grotteschi taluni esperimenti in corso circa la formazione di fantomatiche liste civiche “alternative”.
In effetti per alcuni esponenti sia di maggioranza che di opposizione interessati a promuovere le stesse, dopo le rispettive performance in consiglio sulla discussione del bilancio con l’inequivocabile riaffermazione dei rispettivi bulgari ruoli, sarebbe come per loro ricandidarsi contro se stessi.
Ecco perché Orvieto non finisce mai di stupirci.
A meno che non si tratti di mere manovre tattiche eterodirette, le cosidette liste civetta, quelle con le quali si sa già chi deve vincere e chi deve perdere. Se così fosse allora tutto si ridurrà a una sorta di men che seria partita a scopone scientifico tra il Sindaco uscente e il candidato Sindaco del PD.
Sembra pleonastico dirlo ma la decisione finale sarà presa dagli elettori che un’idea se la sono già fatta.