La Società Geografica Italiana, prestigiosa associazione fondata nel 1867 con l’obiettivo di promuovere la cultura e le conoscenze geografiche, ha pubblicato recentemente una proposta di “Riordino territoriale dello Stato” secondo criteri geografici, demografici, culturali, infrastrutturali e sociali. La proposta, che può essere definita neoregionalista, prevede la Regione come unico ente politico tra la Stato e il Comune. Le nuove Regioni, nell’ipotesi della Società Geografica Italiana, suscettibile di approfondimento, dovrebbero essere 35/40 e sostituirebbero, oltre alle attuali Regioni, le Province e innumerevoli enti intermedi. La proposta, che è consultabile sul sito http://www.societageografica.it/ , è la prima ipotesi di riassetto istituzionale fondata su una base scientifica pluridisciplinare e quindi è destinata a entrare autorevolmente nel dibattito sulla riforma costituzionale. È evidente che la proposta supera il dibattito sulle macroregioni e sullo pseudofederalismo all’italiana.
Per quanto riguarda il territorio che gravita su Orvieto, ne viene previsto l’inserimento nella nuova Regione dell’Umbria, costituita dai territori attuali più l’ex Provincia di Rieti.
Al confine Ovest con la nuova Umbria viene ipotizzata la Regione dell’Etruria comprendente i territori che gravitano su Poggibonsi, Siena, Follonica, Montepulciano, Chiusi, Grosseto, Orbetello, Manciano, Viterbo e Civitavecchia.
Salta agli occhi come l’area orvietana, da sempre proiettata verso la Maremma e il Mar Tirreno, venga inserita senza alcuna nota di dubbio nell’Umbria invece che nell’Etruria. Ma ciò farà parte del dibattito sulle riforme costituzionali cui il COVIP è per statuto interessato e al quale ha già dato un significativo contributo con un convegno e una pubblicazione. È ben vero che le riforme costituzionali non appassionano molti cittadini, presi da problemi che sembrano loro più impellenti; ma non va dimenticato che la storia va avanti anche se pensiamo ad altro.