di Dante Freddi
Il capogruppo del PdL al Comune di Orvieto saluta l’azione riformatrice di Còncina (sic) e l’approvazione del bilancio preventivo 2013 e ignora la relativa pratica di predissesto, attivata per evitare il fallimento.
Scrive che “E’ stato evitato il fallimento del Comune attraverso scelte che, di fatto, hanno “rivoluzionato” le modalità di governo della cosa pubblica. Ed è grazie a questa azione riformatrice che nel prossimo futuro la città potrà camminare con le proprie gambe ed a testa alta”.
Che cosa vorrà dire? Perché un concordato (e non sappiamo neppure se sarà accettato) che impegna il Comune per dieci anni a stringere la cinghia, dovrebbe essere una scelta rivoluzionaria? Al di là del merito sul predissesto, che potrebbe essere anche una scelta obbligata, e neppure la peggiore, come si fa a gongolare perché la maggioranza “compatta”, sostenuta da due “responsabili”, ha sconfitto la sinistra? Dove è il motivo di godimento in questo ultimo bilancio di Còncina, che consegna a chi verrà una città piena di debiti, più o meno come prima?
Masochismo?
L’ideologismo stantio prende il sopravvento e olezza intorno senza concedere più spazio d’azione al ragionamento. I fervorini di Olimpieri sono talmente vuoti che se si tenta una sintesi non ne esce alcun succo, come quando era in minoranza. La sinistra dà numeri falsi ed è ignorante. Come sempre, linguaggio e idee, neppure un passetto in avanti verso il pensiero.
Come si potrà ricostruire questa città se, di fronte a un atto impegnativo come quello del predissesto, che richiederà una condivisione generalizzata di progetti e scelte, al di là di chi governerà, il leader della maggioranza spara cartucce a salve di questo genere, pensando di convincere un suo pubblico che, spero, non si ecciti più con l’odore del sangue della “sinistra”, che ormai da qualche anno non mangia più bambini, tant’è che anche nella destra vivacchiano ex rossi di diversi riflessi cromatici.
È il tempo di pensare a trovare risorse, nuove entrate che attenuino i sacrifici a cui la città sarà chiamata e che offrano qualche speranza. È il momento di cercare l’aiuto di tutti gli attori dell’economia e della politica cittadina, di pensare, di agire davvero verso un comune obiettivo, magari non ventre a terra secondo l’andatura di Còncina, più piano, ma verso qualcosa.
Non è più il tempo degli Olimpieri, né a destra né a sinistra.
La foto in home è di Piero Piscini