di Massimo Maggi
Nelle nostre discussioni (nella società civile) ci sforziamo sempre di non inseguire il gossip o la mala gestione al fine di concentrare il nostro tempo e la nostra passione nell’immaginare come poteva e doveva essere gestita una collettività prima di questo tracollo lessicale e di dignità politica. Ma per quanto forti e determinati nella nostra passionale ricerca ogni tanto qualche distrazione ce la possiamo permettere. L’articolo pubblicato online dal capogruppo Olimpieri ce ne dà modo. Il titolo può essere fuorviante: “Dopo l’approvazione del bilancio un silenzio assordante”. A primo impatto verrebbe da esclamare: finalmente qualcuno si è accorto che quel bilancio non lascia spazio né a discussioni né tantomeno a possibili emendamenti in quanto pura spazzatura. Ma leggendo il testo si scopre tutt’altro. Non saremo certo noi a spiegare all’estensore del proclama come funzionano le votazioni all’interno di un organo politico maggioritario e di quanto sia impossibile sperare nella lungimiranza ed intelligenza dei componenti nel votare contro la loro stessa proposta. Il problema non è perché è stato votato un simile bilancio ma bensì perché sia stato prodotto. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che vogliamo focalizzare l’attenzione non avendo nessuna volontà di seguire l’istituzionale estensore su un piano di pura demagogia calcistica e neanche di ricordare che alla ‘sinistra all’opposizione’ è rimasta solo l’opportunistica opposizione molto sinistra, ma non di sinistra. Prima, durante e dopo la discussione, con conseguente approvazione, molti cittadini non eletti ma elettori hanno veramente discusso, analizzato e proposto non su questo bilancio ragionieristico, dove non tornano neppure i conti, ma su come dovrebbe essere, come dovrebbe agire e cosa dovrebbe proporre un bilancio previsionale degno del suo nome e rispettoso della cittadinanza e della costituzione. Sì, perché è bene ricordarlo, stiamo parlando di un bilancio previsionale approvato alla befana dell’anno successivo. Come dire, rimanendo sul piano calcistico, che l’allenatore è un fenomeno perché ricorda i risultati delle partite precedenti. Ma in questo caso neanche tanto bene. Continuando di questo passo non è Concina e la sua squadra ad essere spacciati ma un’intera città che è ormai ben oltre il baratro. Cosa può fare una maggioranza fuori di testa e fuori della realtà ce lo dimostra ogni giorno il nostro parlamento, ottenere un’approvazione della maggioranza che sostiene il governo cittadino non è una vittoria oggettiva, ma bensì una autoaffermazione autoreferenziale e demenzialmente onanistica. Vincere dandosi ragione da soli non genera nessuna verità. Vincere significa convincere e non battere. Vincere significa anche essere convinti sapendo ascoltare. La città sta morendo e non è tempo di stupidi battibecchi nel pollaio comunale. La città ha bisogno di ripartire veramente e realmente e non di far quadrare dei numeri virtuali che peraltro non quadrano.
Non c’è un andata e un ritorno tra due schieramenti falsamente opposti ma c’è una società civile che è veramente stufa di tanta sciatteria e strafottenza. Fareste un favore a voi stessi ed alla città dimettendovi tutti, opposizione inclusa, non ripresentandovi più senza continuare in questa squallida e penosa conservazione del potere.
In nome di Dio, andatevene!