di Fausto Cerulli
Caro babbo natale, non mandarmi al diavolo se ti scrivo questa lettera che magari manco la leggi. Come tu saprai, io ho deciso di fare il Sindaco di Orvieto. Una cosa semplice e complicata insieme: Vittorio Sgarbi, in una delle sue sgarbate visite a questa città, pare che abbia detto che se fosse stato lui, il Sindaco di Orvieto, il nome di Orvieto sarebbe apparso tutti i santi e tutti i profani giorni sulle televisioni nazionali e sui grandi giornali. Io non pretendo di poter fare tanto, mi basterebbe di essere alla ribalta della cronaca locale, e di telepellliccia. Approfitto di questa letterina natalizia per fornire alla plebe elettorale altri dettagli del mio programma. Comincio dalla ex Caserma, gli levo la ex, la riempio di soldati di ventura, armati fino ai denti, e faccio guerra alla corruzione. So già che le vittime saranno molte, chi è senza corruzione scagli la prima denuncia. Non faccio nomi, per adesso, chi vuole intendere intenda. Certo, molti saranno spaventati da questa minaccia, e cercheranno di non votarmi e di non farmi votare. Oppure, ed è la strada più semplice, cercheranno di corrompermi con promesse di voto; ed io che, come dice Letta, non sono babbo natale, mi farò corrompere, tanto prima o poi, per Sindaci corrotti, arriva qualche prescrizione del reato. È già successo, può succedere ancora.
Avviata così la lotta corruttibile alla corruzione, passo ad un altro punto del programma. Prendo accordi con il Vescovo, e faccio trasferire il Duomo verso Ciconia, tanto ormai quello che conta, di Orvieto, è tutto ciconizzato. Può sembrare un’idea stramba, ed allora chiarisco. Se spostiamo il Duomo in altro luogo, senza farlo sapere in giro, i turisti che saliranno sulla Rupe, non trovando il Duomo, sciameranno per le stradine meravigliose della Orvieto antica. magari conosceranno il silenzio misterioso della chiesa di San Giovenale, magari faranno un salto intorno alla Rupe, per quella via che dalle Grotte del Funaro porta alla Porta che fu cara a Pasolini. Riporterò ad Orvieto il Tribunale, alla faccia dei ministeri giudiziari. E nominerò i giudici, e indicherò imputati da perseguire, e scriverò le sentenze di mio pugno, e mi leverò qualche sassolino dalle scarpe. Non ho detto che metterei sotto processo le Banche, ci mancherebbe. Voglio dire che il mio Tribunale perseguirà con qualche accanimento il reato di usura, che le Banche manco sanno che esiste. O, se lo sanno, fanno finta di non saperlo, il che è lo stesso.
Il mio programma prevede, ovviamente, la scomparsa di qualsiasi opposizione, tanto, lo sappiamo tutti, ad Orvieto non è mai esistita una vera opposizione, e dunque nessuno si accorgerà di questa mia drastica misura. Abolirei Umbria jazz winter, ché agli orvietani non gliene frega un tubo, fatto salvo qualche commerciante e qualche albergatore. Al posto di Umbria Jazz, soltanto musica locale. Concina al piano, in qualche assolo. Vieri Venturi che risuscita Fabrizio de André e Fred Buscaglione.
Gli amici di Francesco al sassofono eterno, ed io alla cetra. Aprirò centri di distribuzione controllata delle droghe, leggere e pesanti, con ovvia chiusura di tutte le tabaccherie. Mi farò vedere poco in giro, con la scusa che ho molti impegni,e tornerò a frequentare, coperto il volto dal passamontagna, le vecchie osterie che non ci sono più, ma le riapro, giuro che le riapro. Io sogno una Orvieto avvinazzata e drogata. Potrò fare quello che mi pare e mi dispiace, e sarà sempre Carnevale. Magari per quelli che hanno fatto sempre Carnevale, comincia la Quaresima. Con queste bozze di programma, sarò Sindaco di scoppio, e non parlo di bombe.
Dimenticavo: non sarò eletto in elezioni regolari, sto preparando un golpe. Mi sento tanto Pinochet, modestia a parte.