di Claudio Urbani
Si è tenuto in questi giorni ad Allerona un’importante convegno di studi sull’iconografia di Sant’Ansano, giovane romano martirizzato a Siena nel 303, venerato in loco da tempo immemorabile come protettore e patrono.
Relatori dell’iniziativa culturale, promossa dalla locale Compagnia che al Santo si intitola, sono stati la dottoressa Giovanna Bandinu dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Orvieto Todi, l’ingegner Giuseppe Fortunati ricercatore storico di Narni e l’archeologo Claudio Bizzarri, direttore del Parco Archeologico Ambientale dell’Orvietano.
Abituati da lungo tempo a riconoscere Sant’Ansano raffigurato con la palma del martirio e con l’asta sormontata da una bandiera con i colori della città di Siena, ha suscitato negli ultimi anni non poca curiosità, specialmente dopo l’avvento di Internet e l’esecuzione dei restauri di molte chiese, la scoperta di un numero impressionante di luoghi di culto dedicati a sant’Ansano, soprattutto nel basso Medioevo, specie nelle regioni dell’Italia centrale. Ancor più sorprendente il fatto che le pitture murarie e le sculture, eseguite in tanti casi anche da artisti di chiara fama, raffigurino il Santo con molteplici caratteristiche iconografiche, a seconda delle varie aree geografiche, e in particolare con in mano la trachea a cui sono attaccati i polmoni nel ternano, nel perugino e nell’assisano, con un cuore in mano a Lucca e nei paesi della Lucchesia, come giovane cavaliere a cavallo a San Cassiano di Controne (LU), o con la palma e la veste di diacono come a Pieve del Pino in comune di Sasso Marconi (BO).
Sono state rinvenute anche immagini in cui il Santo è presentato con più attributi iconografici contemporaneamente, come nella chiesa di Santo Stefano a Orvieto, restaurata di recente, ma anche in altri luoghi.
I relatori hanno presentato le loro prime approfondite argomentazioni con puntuali riferimenti alla storia dell’arte cristiana, costellata di raffigurazioni di santi, avvalendosi anche degli studi di storici e critici d’arte contemporanei, soprattutto Federico Zeri, per rispondere ai motivi per cui un determinato simbolo è associato a Sant’Ansano e quale significato si cela dietro ai simboli che ne caratterizzano l’iconografia.
In particolare la dottoressa Bandinu, con il conforto di una serie di scritti e di immagini gran parte di origine orvietana, ha prospettato la tesi che, al di la dell’iconografia certa della palma simboleggiante il martirio, del vessillo con balzana o bandiera crociata, le immagini raffiguranti Sant’Ansano con cuore, trachea, polmoni e fegato siano da attribuire dal XV secolo in poi, ove il Santo era invocato come taumaturgo per tutti i mali interessanti gli apparati interni dell’uomo e in alcuni casi invocato come protettore della città. A fronte di ciò, la dottoressa ha fatto notare come nella chiesa di S. Stefano, in un affresco di scuola orvietana degli inizi del XV secolo, è raffigurato Sant’Ansano con una doppia iconografia, ossia sia con palma del martirio e bandiera crociata, trachea e polmoni e con collo macchiato di sangue, per ricordare il martirio del Santo avvenuto per decapitazione. L’iconografia di Sant’Ansano raffigurato a Orvieto nella chiesa di S. Stefano probabilmente è un inedito e un unicum nel suo genere fino ad oggi.
L’ingegner Giuseppe Fortunati, attraverso il rinvenimento di circa un centinaio di immagini pittoriche di Sant’Ansano, per la quasi totalità nelle chiese della diocesi di Terni Narni e Amelia, molte delle quali dedicate a Santi dell’Ordine francescano o dallo stesso officiate, ha prospettato l’ipotesi che la diffusione del culto di questo Santo nel ternano e nell’amerino narnese possa essere attribuita all’Ordine stesso. Ha allargato l’ipotesi anche alla circostanza storica che la devozione possa essere stata introdotta nello stesso territorio nei secoli XIV e XV da una serie quasi ininterrotta di vescovi di origine senese mandati dalla Chiesa a guida della diocesi di Narni, consolidando con poteri di guarigione la fama del nostro Santo, senza escludere che alla diffusione del culto possa aver contribuito nello stesso periodo la presenza di cittadini narnesi tra le late magistrature Toscane ed in particolare tra i Podestà e capitani del popolo di Firenze e altre località. Quanto agli attributi della trachea e dei polmoni, presenti nelle raffigurazioni nell’area Umbra oltre il fiume Tevere e nella valle del Nera fino a Perugia e Viterbo, ha avanzato un accostamento con le conoscenze anatomiche e le pratiche chirurgiche della scuola di Preci nella Valle Castoriana.
L’archeologo Claudio Bizzarri, dopo aver illustrato i risultati della prima campagna di scavi, di rilevante utilità scientifica, condotti nella primavera scorsa in contrada S. Ansano di Allerona su un’antica costruzione nei pressi dell’antica Via Traiana Nova, di epoca sicuramente romana e trasformata in seguito in chiesa dedicata allo stesso Santo ha insistito, dal canto suo, sull’ipotesi che il motivo iconografico di Sant’Ansano che tiene in mano una trachea alla quale sono sospesi due polmoni o un cuore e un fegato, sia piuttosto da ricollegare a ricordi pagani, soprattutto etruschi ancora vivi nella tradizione popolare all’epoca della loro raffigurazione.
Il convegno è servito a gettare le basi per un ulteriore approfondimento della materia attraverso uno studio interdisciplinare che porti da un lato a rafforzare queste prime conclusioni scientifiche, con l’auspicio di creare un circuito del centro Italia che coinvolga le località di Allerona, Narni, Siena, Assisi ed altre in cui è ed è stato forte il culto di Sant’Ansano.