Conversazione di Dante Freddi con Evasio Gialletti.
Da qualche giorno sei stato eletto nell’assemblea nazionale del PSI insieme a Franco Raimondo Barbabella. Un partito carsico che sta per uscire di nuovo alla luce?
Il PSI umbro è particolarmente attivo e il 10% della dirigenza nazionale proviene dalla nostra regione, dove la tradizione socialista è radicata e presente. È stato un congresso partecipato e strategico, particolarmente attento alla sua posizione all’interno del Partito socialista europeo e la suo rapporto con il PD, con cui c’è una collaborazione stretta e convinta, emersa con evidenza nel congresso .
E ad Orvieto, come vanno i rapporti con il PD?
Eccellenti quelli con il gruppo consiliare, con cui lavoro da anni strettamente, nella difficile condizione che conosciamo. Con la segreteria di Scopetti invece il rapporto è praticamente inesistente. Scopetti sostiene che lui “parla con la città” e gli alleati storici sono guardati con sufficienza.
Ma approverete il sindaco che esprimerà il PD, come avete fatto con Mocio.
A oggi il PD orvietano sta ancora rigirandosi nell’enigma delle primarie sì o no. Siamo arrivati alle elezioni e non sanno esprimere un candidato. Speriamo che compiano presto questa scelta e comunque non tutte le persone sono uguali. Vedremo, intanto anche noi stiamo lavorando intorno a un progetto nostro, insieme a un gruppo di socialisti, “I riformisti”, provenienti dalla diaspora del Partito socialista e insieme per salvaguardare la nostra cultura politica. Stiamo incontrando anche noi “la città”, non tralasciando un interessante rapporto con i movimenti civici che si stanno coagulando intorno alla necessità di un’alternativa a questa amministrazione.
E l’opposizione a Còncina, con di fronte questo discusso bilancio previsionale 2013.
L’Amministrazione sta affrontando momenti critici e si avvicina il delicatissimo passaggio dell’approvazione del bilancio preventivo 2013. Lascio per un attimo da parte tutta la questione del parere contrario dei revisori e, per capire cosa stanno facendo, ti informo soltanto di questa scelta, che brucia sulla pelle di tutti noi: A Orvieto si pagherà una Tarsu con il pareggio dei costi al 100%100. Quindi i cittadini pagheranno tutto quanto si spende. E fin qui è soltanto una scelta amministrativa, la più pesante però. Quello che i cittadini non sanno è che sui costi della Tarsu è caricato anche quasi per intero il costo l’ufficio tributi a cui si aggiunge un funzionario e un dipendente provenienti dall’ufficio ambiente. Un giochetto che farà pagare ai cittadini, direttamente, spese che effettivamente sono spese generali. Un bel giochino, no!
Sul versante dello sviluppo, come giudichi questa Amministrazione?
E’ ferma ogni attività, non ci sono idee, non ci sono progetti. Una mia fissazione è quella delle infrastrutture, necessarie per migliorare i collegamenti e utili per creare occupazione. A parte Cimicchi, questo è un tema di cui da anni non si è occupato nessuno. Senza progetti non ci sono finanziamenti, senza finanziamenti non ci sono opere. Basti pensare che la complanare è ferma e contemporaneamente ci sono 2milioni di euro nelle casse della Provincia destinate alla variantina di Sferracavallo, che tutti sanno non si potrà costruire per i costi esorbitanti. Ma bisogna scegliere e l’Amministrazione Còncina questa parola non la conosce. Per scegliere bisogna avere accordo, prospettiva e gambe.
Ma effettivamente le risorse sono sempre meno.
In Umbria le opere si realizzano, ma sono conseguenza di sogno, progetto, cura del progetto, realizzazione, cura della realizzazione. Ti sembra che la Giunta Còncina abbia queste capacità? Pensa all’adeguamento dei Fori di Baschi a una moderna viabilità, al collegamento con Perugia, alla Orvieto-Viterbo.
In queste condizioni sono progetti lontani.
Tutti le opere se non vengono pensate non esistono. Qui non vengono effettuate neppure quelle possibili, con i soldi già in tasca. Esempio tristemente emblematico è la ristrutturazione della scuola Luca Signorelli, i cui allievi sono sparsi in giro in altre scuole. La Regione ha dato 900mila euro, ma i lavori restano fermi. Speriamo che finisca presto e che i danni non siano irrecuperabili. Qui non si tratta di lasciare qualche milione di euro a chi viene dopo, ma di lasciare tutti cinque anni indietro.