Ricercare una spiegazione diversa da quella per la quale funziona la democrazia, cioè che qualcuno governa e altri vi si oppongono con i normali strumenti istituzionali, può appassionare talune menti troppo raffinate con il rischio, però, di sbandare verso la vana evocazione dell’onnipresente grande burattinaio che “ … sa tutto e muove tutte le pedine nel modo giusto.”
Sarebbe decisamente ingeneroso descrivere i Revisori dei Conti come fosse una squadra del Genio guastatori con il compito di distruggere asili, mense scolastiche e attività culturali contro i quali, pertanto, ci si sarebbe dovuti difendere tutti uniti facendo fronte comune e approvando all’unanimità il bilancio proposto dalla Giunta . In realtà i revisori hanno evidenziato semplicemente uno squilibrio, ( gap,differenza, delta, …) tra le entrate effettive e le uscite effettive di bilancio. Essi non si sono affatto espressi in termini di ulteriori tagli da effettuare poiché parimenti avrebbero potuto esprimersi in termini di maggiori entrate da conseguire magari mettendo a frutto i numerosi asset produttivi del comune rimasti finora del tutto trascurati.
Questi compiti sono a esclusivo appannaggio della politica che deve fare le sue scelte necessarie nei tempi necessari , cosicchè anche l’aver scelto di discutere il bilancio di previsione a dicembre anziché a gennaio non può giustificare l’ineluttabilità dei soldi già spesi , ne il mancato introito di nuove possibili entrate che si potevano realizzare.
A questo proposito è mia opinione che nella stesura del Piano Pluriennale di Risanamento , che il Consiglio comunale dovrà approvare nelle prossime settimane, si potranno confrontare due politiche di bilancio assai diverse tra loro. Quella dell’amministrazione uscente, già anticipata dall’assessore Pizzo, principalmente improntata ai tagli di spesa, e quella di una nuova politica delle entrate principalmente incentrata sulla messa a reddito delle infrastrutture della mobilità, dei beni culturali e dei flussi turistici che investono la nostra città.
Questa via è già stata oggetto di incontri partecipativi con i cittadini e altre forze politiche interessate e può costituire parte integrante di una alternativa “ strategia di come affrontare non solo i problemi specifici del risanamento finanziario ma quelli programmatici e politici per determinare una svolta” che da sola basterebbe a giustificare il formarsi di una coalizione elettorale che lanci la sfida alla maggioranza uscente.
Resta da spiegare l’opportunità o meno della mozione di sfiducia al Sindaco a cinque mesi dal voto e la cui presentazione avrebbe raggiunto lo scopo inverso di ricompattare una maggioranza che dava segni di sfaldamento.
Qui occorre considerare che il Sindaco Concina , nel corso del quinquennio, ha saputo costruirsi e garantirsi una solida e doppia maggioranza : Quella “tecnica” in consiglio comunale attraverso l’acquisizione dei tre consiglieri eletti su liste a lui avverse e quella più “politica”, estesa a un ampio consesso politico ed economico cittadino al quale hanno concorso e concorrono anche importanti pezzi del PD e altre espressioni della società civile.
Ebbene la mozione di sfiducia potrà solo contribuire all’emersione di un quadro politico locale ,che per buona parte rimane ancora sommerso, e a dire il vero, anche un po’ inquietante.
In questo senso, infatti, la mozione indirizzata al Sindaco, il quale ha tutti i numeri per respingerla, ha una sua implicita doppia valenza, ovvero nei confronti di quei consiglieri di opposizione che al momento di votarla avranno già dato tutte le giustificazioni di rito per risultare assenti.
Non di meno votare la fiducia al Sindaco a pochi mesi dal rinnovo conduce a una radicalizzazione delle scelte anche tra le forze che attualmente lo sostengono, non essendo perlomeno lineare un percorso inverso di a distanza di pochi mesi dal voto dopo cinque anni di condivisione di governo.
In altre parole, la mozione di sfiducia, ben oltre il giudizio sul Sindaco, sarà stato un utile atto per favorire un clima di limpidezza e chiarezza politica con le quali si può, e anzi si dovrà, svolgere a Orvieto una sana e consapevole gara elettorale.
In conclusione c’è una spiegazione a tutto che, talvolta, risulta anche meno banale di quanto si possa immaginare e certamente più coerente alla realtà di quanto possa essere immaginare burattinai vari o singole eminenze grigie.