di Fausto Cerulli
C’era una volta una ragazza che si chiamava Rossa del cappuccio. Abitava in un appartamento ai Parioli, e, giocando con internet, si era fatta molti amici, così amici che le facevano regali anche costosi, e lei, riconoscente, li faceva divertire con le sue battute a triplo senso. Un giorno la madre le disse di portare da mangiare alla nonna, che stava ricoverata come uno straccio in un ospedale dei preti, come tutti gli ospedali. Rossa del cappuccio le disse di andare al diavolo, morisse pure di fame, quella vecchiaccia. La madre le tirò un martello, sbagliandola con il grillo parlante. Allora la ragazza la uccise a martellate, poi decise di andare dalla nonna, tanto per crearsi un alibi. Telefonò ad uno dei suoi amici, che la venne a prendere con una modesta Mercedes. L’amico voleva fare sesso, ma la ragazza disse che non era il momento, doveva andare dalla nonna. Allora l’amico le disse di andarci a piedi e la scaricò dalla vettura senza neppure fermarsi. Riavutasi dalla sorpresa, Rossa del Cappuccio estrasse una colt dal cestino, sparò contro l’auto, colpì l’amico alla nuca, uccidendolo come un piccione. Improvvisamente si trovò ad attraversare Villa Borghese, quando cominciava a fare buio. Un’altra avrebbe avuto paura, ma lei era molto sicura di sé. Incontrò il lupo, gli disse di stare buono, di non rompere le scatole, e di non pensare neppure lontanamente ad andare dalla nonna a mangiarla come succede nelle favole. Il lupo provò ad assalirla, ma lui gli disse guarda che ti levo il pelo e il vizio. Il lupo scappò impaurito, ma si imbatté in una pattuglia di carabinieri, i quali, dopo che per tutto il giorno avevano gridato al lupo al lupo, finalmente trovavano un lupo vero. Gli misero il guinzaglio, e lo istruirono ad annusare la droga. Intanto Rossa camminava sicura,tra le coppiette seminascoste nei cespugli, e si divertì a vedere quanto erano inesperti. Avrebbe voluto insegnare loro il kamasutra, ma non aveva tempo da perdere. Dopo il lupo, incontrò una lupa, che per farle paura le disse che era il simbolo di Roma. Allora la ragazza la uccise senza pietà, urlando viva la Lazio. Ora cominciava a sentir caldo, e decise di spogliarsi. La vide Tinto Brass e le propose di fare la pornodiva in un suo film. Rossa rispose che era peccato, e che lei prima doveva fare la comunione. Allora il regista le propose di fare un cartone animato, ma Rossa declinò l’invito. Guadagnava di più dicendo le battute a triplo senso ai soliti amici. E proseguì per la sua strada verso l’ospedale. La nonna era ricca, e lei voleva tenersela buona. Ora che aveva ammazzato mamma, era rimasta l’unica erede. Si era stufata di camminare, i tacchi alti le facevano male ai piedi, e la gente la guardava in modo strano, visto che lei era sempre nuda. Fermò un taxi, uccise il tassista e lo scaricò dalla vettura, facendolo rotolare in un cespuglio, proprio su una coppia che stava facendo le parole incrociate. Rossa non sapeva guidare l’auto, ma non era la sola, innestò una marcia a caso, e l’auto si alzò in volo ( qualcosa di favoloso bisogna che lo scriva, n.d.r) e in un attimo raggiunsero l’ospedale. Non esisteva un parcheggio per autovolanti, e allora Rossa decise di finire il volo sopra quattro autoambulanze, che arrivavano a sirene spiegate. I pazienti che erano sulle autoambulanze, ovviamente morirono schiacciati: Poco male, sarebbero morti comunque in quell’ospedale di mala sanità. A questo punto Rossa decise che non poteva entrare nuda in ospedale, i medici le avrebbero fatto proposte oscene, tipo ci penso io a curarti per le feste.
Dunque uccise una infermiera che camminava in un corridoio, le tolse l’uniforme di infermiera, la indossò e si diresse decisa verso la stanza della nonna. Era sicura che non avrebbe incontrato nessuno, gli ospedali sono sempre, giustamente, e per fortuna dei malati, privi di medici. Entrò nella stanza della nonna, che sembrava dormire tranquilla, non fosse stato che sembrava morta. Morta per morta, pensò Rossa, adesso la ammazzo e così mi becco l’eredità. La pistola non aveva più colpi, allora Rossa dovette strangolarla. Era la prima volta che strangolava una persona, ma c’è sempre una prima volta. Stretta è la foglia, larga è la via….