di Claudio Bizzarri
Una comunità che è in grado di investire nel suo passato costruisce il proprio futuro.
Una frase semplice ma profondamente vera per Ficulle e per i suoi abitanti in quanto, prima di costruire la nuova pavimentazione della bella abbazia di San Niccolò a Monte Orvietano, hanno voluto che venisse effettuata un’indagine archeologica all’interno dell’edificio di culto. Quante occasioni mancate dobbiamo registrare nel nostro paese che è una “miniera” di tesori culturali, tralasciando volutamente quel neologismo che li etichettava come “giacimenti”? Sicuramente troppe ma, fortunatamento questo non è il caso di Ficulle. In questa occasione invece le vicende storiche di questo eccezionale complesso, sin dalla nebulosa fondazione attorno all’anno Mille, con presenze legate al monaco Romualdo e a San Francesco, con la distruzione medievale operata dalla casata dei Monaldeschi alla metà del Trecento e la sua ricostruzione nella seconda metà del XVI secolo, oggi si legano ad emergenza archeologiche tangibili che ne avvalorano e al contempo ne integrano la ricca storia. Compreso tra i progetti privati dell’Ecomuseo del Paesaggio Orvietano ha visto impegnati per la sua realizzazione, la Provincia di Terni, il GAL Trasimeno Orvietano, la parrocchia di Ficulle, la confraternita del Preziosissimo Sangue, alcuni giovani del comitato Badia e, per la direzione lavori, l’arch. Simone Moretti Giani.
Nei mesi di settembre ed ottobre si è tenuta una campagna di scavo archeologico, condotta da Archeostudio s.n.c., che ha interessato le stratigrafie che in varie epoche avevano obliterato strutture più antiche di quelle attualmente visibili. Nella porzione orientale della chiesa sono state infatti rinvenute tre absidi appartenenti ad una chiesa precedente, identificabile con un’abbazia che in base alle cronache è databile nell’anno 1007 e la cui fondazione o rifondazione è attribuita a San Romualdo. Livelli archeologici fanno però ipotizzare la presenza di strutture d’epoca romana nelle immediate vicinanze. La presenza di un massiccio pilastro in asse con l’abside centrale fa suppore che la parte presbiteriale sia stata rialzata e raggiungibile con una ripida gradinata mediana, secondo modelli che divengono canonici da Gregorio Magno in poi (VI secolo d.C.) e che prevedono la creazione di una cripta, come nel caso di San Vincenzo al Furlo, altra abbazia camaldolese di probabile origine romualdina.
Della parte in alzato non resta traccia poiché le antiche murature vennero rasate a quota omogenea, probabilmente a seguito dell’assedio della abbazia di San Nicola da parte dei Monaldeschi della Vipera che, come ricordano le fonti, sottrassero la proprietà ai Conti di Marsciano intorno alla metà del XIV secolo. Nella parte antistante il presbiterio sono state individuate tutta una serie di sepolture totalmente prive di corredi ed in parte sconvolte, ricavate tagliando il pavimento in malta cementizia o collocando il corpo appena al di sopra di esso. Un ulteriore taglio alla pavimentazione antica è stato realizzato per la messa in opera di una canaletta allettata su un allineamento di pietre con tuboli di terracotta legati da una malta di calce giallastra. E’ ipotizzabile che il manufatto fosse funzionale a trasportare acqua dall’area a Nord della chiesa verso l’area dove, ancora oggi e probabilmente anche in età precedente, si trovano strutture abitative che fino a pochi decenni orsono testimoniavano la vita attiva di una comunità che rendeva la valle dell’Abbazia di San Niccolò una realtà dinamica e vitale. Che fossero esistite altre strutture oltre a quelle attualmente visibili è chiaro anche per la presenza di una emergenza architettonica di tutto rispetto che si trova accanto alla facciata della chiesa e che non è mai stata indagata a fondo: nei catasti antichi compare la dicitura “torre diruta, ove si dice essere il tesoro”, indicazione quanto mai suggestiva e scatenante gli appetiti di ricercatori clandestini, tanto che una serie di picconate vennero anche inflitte all’affresco del 1568 in corrispondenza del fianco sinistro del Cristo in croce.
L’evento:
I risultati delle indagini storico archeologiche condotte nell’Abbazia di San Niccolò al Monte Orvietano saranno presentate presso il teatro di Ficulle alle ore 15.00 di domenica 24 novembre dai relatori: dott. Claudio Bizzarri, dott. Andrea Ponzi, dott.ssa Rosanna Ovidi, l’arch. Simone Moretti Giani e il parroco don Piero Brancaccia. Introdurrà l’evento il sindaco del Comune di Ficulle dott. Gino Terrezza e il prof. Mario Morcellini professore ordinario in Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi.