di Sergio Chiarotti
Tra squilli di trombe e rulli di tamburi, saltimbanchi e majorettes, sindaco e autorità, nonchè concittadini ficcanasi, è stato finalmente tagliato questo benedetto nastro.
Udite udite, il centro commerciale più moderno del centro Italia è stato dato finalmente in pasto all’orda assatanata di consumatori coi portafogli gonfi di banconote che fanno sì tanta fatica a riporlo della tasca dei pantaloni. Come si chiama lo sappiamo, ma volontariamente preferisco non menzionarlo.Non mi piace quel nome, ecco tutto, e poi mi domando: la porta de che? Della speranza? Della fortuna? Forse può essere quella del rilancio economico di un’area fortemente emarginata dalla Provincia. Comunque auguri a tutti s’intende, ci mancherebbe altro! Nella decadenza generale, per la Città di Orvieto può essere sicuramente una boccata d’ossigeno, un’opportunità di lavoro in più per qualche giovane, ma non credo che possa risolvere problemi di stallo economico.Sicuramente si poteva fare qualcosa di meglio per la collettività ma i privati con i loro soldi fanno quel che gli pare; se li hanno, smuovono anche le montagne…..
Una cosa mi ha sconvolto, la rapidità con la quale hanno innalzato questa cattedrale.Nel giro di pochi mesi (nenche un anno dall’alluvione) con l’impiego costante di uomini e mezzi, notte e giorno, si è lavorato incessantemente per rispettare i termini di consegna e questo la dice lunga: se si vogliono fare le cose, se c’è la volontà di farle, abbiamo capito tutti che, nulla ci è impossibile!
E la complanare? E’ lì, incompiuta come tante altre opere….Vogliamo aspettare che il Paglia si rincazzi di nuovo? Progettata per porre in sicurezza il territorio dopo la tragedia (per fortuna solo economica) del 12 Novembre scorso, è in attesa di qualche autorizzazione? Perche questo blocco?
Io non lo so, ma come cittadino pensavo che prima delle prossime intense piogge, tutto fosse finito.
Ogni volta che passo, vedere i mezzi fermi in mezzo a quell’autostrada sterrata mi fa venire il nervoso.Di questo centro commerciale non ho ben capito quali siano i negozi che hanno portato una ventata di novità, originalità o innovazione, se la vogliamo chiamare così. Le solite mutande grandi firme, pizzi e merletti attaccati a reggiseni, coulotte e lingerie, tutte cose delle quali sentivamo tanto la mancanza. Ma no, un negozio specializzato in articoli per la musica, per esempio no, guai! Parliamoci chiaro, se ci serve qualcosa in particolare dobbiamo fare il pieno di benzina e andare a Viterbo, Terni o Perugia; eppure…eppure dicono sia il miglior C.C. del centro! Bah!
L’Euronics, ecco….forse l’Euronics, l’unico grande store; ma per questo motivo, nutro forti preoccupazioni per la tenuta di quella piccola azienda che io, noi, tutti, consideriamo la nostra grande casa: “Il Mercatone”. Spero tanto non sia l’ultima mazzata da infliggere a questi signori tanto gentili e professionali che io ho visto piangere disperati, decisi a mollare tutto per il timore di non farcela, ma che poi con tanto lavoro, fatica e dignità, son riusciti a rimettersi in carreggiata. I miei occhi hanno visto la tristezza degli scaffali semivuoti, il colore del fango sui muri, i cestoni colmi di articoli infangati al prezzo di 2/5/10 euro, in mezzo a un deserto di sguardi increduli.
Ecco, l’ultimo mio pensiero va a loro che non meritano sicuramente questo.
E come citava Antonello Venditti:
A Orvieto poi ci fu l’apoteosi,
il sindaco, la banda e le bandiere in mano,
ci dissero l’”AMERINA” è bloccata, e non vi lasceranno passare,
ma sia ben chiaro che noi, noi siamo tutti con voi.
Sergio Chiarotti