Un’amministrazione imbrigliata nell’arzigogolata interpretazione di un regolamento regionale e di un conseguente piano di Classificazione Acustica, tecnico, a tratti tecnicistico, che impone rigide limitazioni a ogni qual si voglia immissione sonora. Questa è stata l’impressione dei rappresentanti del Comitato “Il Silenzio delle Muse” che nelle ultime settimane hanno preso parte agli incontri con le parti sociali promossi dal Comune di Orvieto nell’ambito del più ampio QSV, Quadro Strategico di Valorizzazione.
Una rete intricata di normative e classificazioni che incredibilmente finiscono per mettere sullo stesso piano cantieri, luna park, comizi politici e allietamenti musicali nei pubblici esercizi. Ed è così che, come per magia, la musica dal vivo si tramuta in una “deturpazione acustica” di tale portata da dover essere razionata e autorizzata con mesi d’anticipo, al di fuori di ogni concreta possibilità logistica e organizzativa.
Inevitabile risultato dell’intersecarsi di leggi e leggine o sovrainterpretazioni in gran parte superabili? Il Comitato “Il Silenzio delle Muse” auspica, e sostiene, la seconda ipotesi ed è per questo che parteciperà attivamente al tavolo di lavoro indetto dall’amministrazione comunale per discutere del cosiddetto piano di Classificazione Acustica, che incombe minaccioso su Orvieto, con il rischio di un’ennesima batosta alla vitalità e al dinamismo, ormai soffocato, della città.
Il primo incontro si terrà oggi, mercoledì 27 novembre. Ne seguiranno altri, per giungere alla scadenza del termine per la presentazione delle osservazioni relative al piano comunale di classificazione acustica, previsto per inizio gennaio 2014, con una proposta concreta, corretta e, soprattutto, realistica. Non è esclusivamente una questione di “decibel”, è una questione di buon senso. Significa comprendere le risorse e le opportunità che la musica live ha offerto e può offrire al tessuto sociale ed economico di una città che rischia di piegarsi su se stessa.