di Fausto Cerulli
Giorno dei morti, accogli
i morti del giorno, giorno
dopo giorno, una collana
di giorni, un tenero corteo
di morti senza giorni. Fiori
gettati al vento, le memorie
che non restano e se restano
feriscono. Scruto le tombe,
le tombe che mi scrutano,
e siete troppo vivi, amici
troppo morti, e vendicate
i torti che vi facciamo
essendo vivi. La sera
siamo soli, i vivi e i
morti. Serve a questo
l’angoscia..