di Dante Freddi
I barbari sono alle porte e dentro il palazzo ancora si gioca con furbate da quattro soldi, quanto valgono i mezzucci usati per votare il rinvio del bilancio e nascondere la mano, mentre la ovvia e scontata decisione di rimandare la Giunta l’aveva già assunta. E non poteva avvenire altrimenti, perché i consiglieri di centrodestra non avrebbero votato un documento presentato con il parere contrario dei revisori e della Corte dei Conti.
C’è chi ha roba e non la rischia certo per Còncina e Pizzo, per questo rinnovamento e metodo.
Segue in corsivo, a piè di pagina, il racconto di questa storiella, durata ieri mattina un paio d’ore, puntualmente annotata dall’ufficio stampa del Comune. Una lettura così, tanto per curiosità, una storia di costume.
I giochini sulla funzione altamente democratica delle commissioni, di cui in questa fase per la verità credo non fregasse a nessuno, erano giustificate, come ha ammesso Olimpieri, dal fatto che “la minoranza ha servito su un piatto d’argento alla maggioranza la proposta di rinviare una pratica propedeutica al bilancio”( Quella sull’alienazione della palazzina comando della Piave n.d.r.). Quindi, servito il bocconcino, due ore di inutili esibizioni di astuzia politicante, come tacchini che agitano gongolanti la loro inutile corona di penne mentre si scalda il forno a cui sono destinati.
Alle fine Leoni, che è una persona seria e non racconta bugie, che poi a raccontarne così pacchiane si vergognerebbe, ha asserito che “tra il momento in cui sono stati predisposti gli atti all’ordine del giorno e lo svolgimento di questa seduta consigliare obbligatoria a termini di legge, è intervenuto il parere specifico della Corte dei Conti richiesto dal Comune in merito alla utilizzabilità delle alienazioni per coprire i disavanzi correnti di amministrazione, parere contrario all’impostazione ipotizzata dalla Giunta. Per questi motivi è opportuno completare l’istruttoria di questa deliberazione sull’elenco triennale delle alienazioni anch’essa propedeutica al bilancio e rinviare a data utile i punti 9,10,11,12,13 e 14 dell’ordine del giorno”.
Niente di strano, drammaticamente scontato, l’unico modo per ovviare al commissariamento.
Si era già capito quando si sono visti in assemblea tutti i consiglieri del centrodestra, Ranchino escluso, ché lui almeno va a lavorare.
Dall’ufficio stampa del Comune di Orvieto
Il confronto sulle materie in questione si era aperto con la richiesta della Cons.ra Bugnini (PD) di ritirare la pratica dell’elenco triennale 2013/2015 delle alienazioni e valorizzazioni del patrimonio immobiliare in quanto non discussa in commissione. Sull’argomento i vari consiglieri hanno dissertato a lungo sull’opportunità di ritirare o rinviare l’argomento collegato al bilancio, anch’esso perciò da rinviare.
Di qui la proposta della stessa Cons. Bugnini di sospendere i lavori del consiglio per convocare la commissione e poi tornare a discutere l’argomento del bilancio nell’interesse dei cittadini; tesi sostenuta anche dai Cons.ri Evasio Gialletti, Cecilia Stopponi e Giuseppe Germani.
Il Cons. Tonelli ha sostenuto invece un’esigenza di principio quella di tenere collegate le varie pratiche, mentre il Cons. Meffi (Gruppo Autonomo) si è detto favorevole alla sospensione ma evitando che si aprissero dei precedenti rispetto alle norme regolamentari. In presenza di una divergenza sull’interpretazione del regolamento, il Cons. Pier Luigi Leoni (PdL) ha invocato la riunione della commissione.
Nuovamente il capogruppo Germani ha comunicato il ritiro della proposta Bugnini che però è stata fatta propria dal Cons. Stefano Olimpieri (PdL) affinché i consiglieri fossero edotti sugli argomenti. Olimpieri, in base alla mozione d’ordine di Leoni ha chiesto quindi la convocazione della Conferenza dei Capigruppo per analizzare la materia a norma di regolamento.
La richiesta della sospensione dei lavori avanzata da Leoni è stata condivisa da Tonelli secondo cui non deve passare il concetto che si discutono pratiche che non siano state esaminate in commissione. Anche Gialletti si è detto favorevole alla sospensione, tuttavia ha asserito che avendo il PD ritirato la sua proposta non si poneva più il problema della mozione Leoni. Sull’utilità delle commissioni consiliari si è soffermato ancora Meffi il quale ha ribadito che Bugnini aveva ritirato la proposta ripresa però da Olimperi, con l’aggiunta della mozione Leoni.