Andrea Scopetti guiderà il PD verso la riscossa.
È stato rieletto segretario con un voto plebiscitario, insieme alla presidente Etilia Stella.
Il suo partito ha approvato quindi il lavoro fin qui svolto dalla segreteria e su quelle basi di programma, di metodo e di persone si appresta a raggruppare le forze disponibili a impegnarsi per sostituire Còncina.
Fino ad ora il PD orvietano non ha fatto emergere un’ attività progettuale particolarmente avvincente e alternativa. Ma ora c’è il “Progetto Terre etrusche di confine” , su cui, se saprà comunicarlo e lavorarci, potrà riunire davvero le forze più attive di Orvieto. E’ una possibilità di sviluppo per Orvieto e l’Orvietano, dal 2014 al 2020 già i fase avanzata ed è il solo modo di intercettare fondi europei. Per operare serve capacità di collegamento in un’area vasta e amministratori disponibili a lavorarci sopra: soltanto il Pd ha queste “professionalità”.
Da una parte, quindi, un progetto che fa sperare e dall’altra un Còncina spompato dovrebbero costituire la miscela giusta per raggiungere il successo.
Manca però il candidato sindaco.
Scopetti e i suoi, forti di oltre il 90% dei voti congressuali, potrebbero imporre un nome emerso dallo stesso accordo che ha eletto il segretario. La tentazione di decidere tutto all’interno, ricordando l’effetto primarie che dilaniò il PD nel 2009, dovrebbe essere forte.
Siamo a pochi mesi dalle elezioni e la destra, da parte sua, ha già Còncina che lavora per mantenere i rapporti e crearne altri , sofferente però del fatto che ormai tutti lo conoscono.
Insomma, se dovesse tirare fuori il suo “rinnovamento e metodo” correrebbe il rischio di beccarsi i fischi anche dei più destrorsi. La destra si presenta all’elettorato con dietro le spalle anni opachi, per la crisi generale e per la sconclusionatezza dell’amministrazione. Il vicesindaco Tardani non ha assunto la leadership, anche se è l’unico personaggio che sa ancora di novità. Forza Italia/PdL, pur da tempo in campagna elettorale, non ha valorizzato l’unico dirigente di quell’area che è cresciuto e questo faciliterà il centrosinistra.
Si sta formando anche un “terzo polo”, con la mission di raccogliere i voti dei tanti orvietani che non hanno riferimenti certi, che non vedono più la speranza di rinnovamento nella destra e che non vogliono ritrovarsi il vecchio centrosinistra. Idea elettorale teoricamente sempre buona ma irta di ostacoli, anche se ci fossero persone di straordinario richiamo elettorale.
Per il Pd sembrerebbe quasi una vittoria facile, ma sbagliare candidato sindaco cedendo alle dinamiche interne potrebbe essere esiziale. Il PD ha una sola via per incontrare la gente di Orvieto, oltre che sul programma anche sul nome del sindaco: le primarie.
Nessuno ha nel PD orvietano l’autorità per imporre un candidato rispetto a un altro. Soltanto iscritti e simpatizzanti possono garantire che il nome scelto possa essere quello più vicino agli elettori, al di là di sensazioni epidermiche che potrebbero non corrispondere alla realtà. Ci vuole coraggio, quello che il centrodestra non può avere per un’abitudine ormai introiettata al centralismo ed alla cooptazione, che impedisce l’affermazione dei migliori. Le primarie potranno essere pericolose per il PD se ci saranno dirigenti disonesti, che non mantengono i patti e non si comportano con onore, ma c’è comunque tutto da guadagnere.
Il campo è scivoloso per tutti, vedremo chi cadrà per arroganze, chi per debolezza e chi rimarrà in piedi.
Foto in home: 2009, firma del Patto d’Onore tra Mocio e Stella, garante Trappoliono. Sappiamo come andò.