di Pier Luigi Leoni
C’è qualcosa di poco sano nel confronto-scontro tra l’amministrazione Concina e i suoi detrattori. Faccio parte, per l’impegno politico e morale che ho assunto nei confronti degli elettori, della maggioranza che sostiene il sindaco. Come tale ho cercato e sto cercando di fare del mio meglio, senza bisogno di applausi e senza preoccuparmi dei fischi. Comunque non sono il difensore d’ufficio del sindaco, che si difende da sé, e nemmeno della sua giunta, la cui difesa spetta a chi l’ha nominata. Ciò che ho da dire come consigliere comunale lo dico nelle sedute consiliari . Ma ciò che ho da dire come cittadino lo dico dove mi pare. Ebbene, come cittadino, dico che non apprezzo il modo approssimativo con cui viene attaccata l’amministrazione comunale e il modo, altrettanto approssimativo, con cui essa reagisce. E cerco di spiegare il perché.
In primo luogo, chi attacca l’amministrazione comunale dovrebbe farlo col dovuto rispetto, perché essa è strumento della sovranità popolare scelto con libere elezioni. Che la maggioranza in consiglio comunale non corrisponda a quella voluta dalla maggioranza degli elettori è ben vero, ma il sindaco è quello voluto dalla maggioranza degli elettori. Perché il consiglio comunale avrebbe dovuto far cadere un sindaco eletto democraticamente? I signori Tonelli, Frizza e Meffi hanno optato per il rispetto della volontà popolare. Hanno così contravvenuto ai desideri dei rispettivi partiti? Sono più importanti i partiti o gli elettori? Il programma del sindaco contraddice il programma dei loro partiti sottoscritto prima delle elezioni? Sarebbe bene dimostrarlo prima di parlare di trasformismo o tradimento.
In secondo luogo, l’amministrazione Concina viene accusata a ogni pie’ sospinto di non aver risanato le finanze comunali. Questo perché si trova ancora con oltre sette milioni di disavanzo nonostante abbia venduto beni per oltre tre milioni. Ma non si dice che l’amministrazione Concina ha portato il bilancio annuale in pareggio, ha ridotto di quasi tre milioni il disavanzo ereditato e ha ridotto il debito nei confronti delle banche per i mutui che il Comune ha largamente assunto nel passato. In pratica, l’amministrazione Concina ha fatto ciò che il governo nazionale non riesce a fare, anzi ha fatto molto di più di ciò che l’Europa pretende dal governo italiano.
Quanto al cosiddetto predissesto, vale a dire il piano pluriennale di riequilibrio che anch’io ritengo la soluzione più opportuna, più chiara e più legale per chiudere la partita del residuo disavanzo senza drammatiche conseguenze per il personale e per i servizi comunali, se ne parlerà nei prossimi giorni. Tuttavia l’escamotage dell’improbabile vendita della Palazzina Comando per coprire, almeno sulla carta, il disavanzo non è un delitto che grida vendetta al cospetto di Dio. È stato solo un modo adottato l’anno scorso per rinviare l’effettivo e definitivo ripiano del disavanzo; spero che non vi si ricorra anche quest’anno; ma comunque non si tratta di un delitto.
Chi vuole criticare l’amministrazione Concina ne ha pienamente il diritto. Ma farebbe bene a rendersi conto che puntare sulla politica finanziaria serve solo a evitare lo sforzo di elaborare e proporre idee nuove, coraggiose, intelligenti e concrete per la ripresa e lo sviluppo della città.