di Massimo Gnagnarini Unire i Puntini Orvieto.
Sono anni che diciamo quanto e come siano incasinati i conti del comune, ma stavolta hanno creato davvero un supercasino.
Confesso che ieri sera, quando mi è capitata in mano la Relazione dei revisori dei conti appena firmata, dopo una lunga e drammatica seduta durata tutto il giorno, mi sono sentito un vero dilettante rispetto alla ampiezza e puntualità con le quali sono state messe in chiaro, senza sconti, un’intera collezione di magagne, di omissioni e di trucchi alla luce dei quali i revisori hanno così concluso :
” In relazione alle motivazioni specificate nel presente parere… l’Organo di revisione esprime , parere non favorevole sulla proposta di bilancio di previsione 2013 e sui documenti allegati.” C’è voluto, dunque, un Collegio di professionisti per la prima volta estratto a sorte come vuole la legge per certificare il mancato risanamento finanziario del Comune di Orvieto.
Vi si può leggere ancora:
- Inattendibili, sono state giudicate, le previsioni delle entrate su (Tarsu, Tosap, Contravvenzioni,Parcheggi, Recupero evasione ICI) e non congrue le previsioni di spesa su (Fondo svalutazione crediti, Accantonamenti causa BNL);
- Stop al ripiano del disavanzo con i proventi della vendita della Palazzina comando, il Collegio ritiene chiara la norma che lo impedisce dal 1/1/2013 e aggiunge anche la considerazione che è stata negli anni più volte reiterata la proposta di copertura del disavanzo con l’alienazione del medesimo bene immobile. Per tali motivi il Collegio esprime parere non favorevole anche sulla delibera per il riequilibrio del bilancio 2013.
E adesso che succede ?
Bisogna prenderne atto e considerare la realtà dei fatti come punto di ripartenza per tutte le persone di buona volontà alle quali la città sta veramente a cuore. Bisogna cogliere l’occasione per tornare a parole di verità, per studiare le soluzioni, per comunicare alla gente una visione futura e di speranza.
Spero che non si voglia, invece, ancora procedere nelle nebbie, nelle bugie e negli artifizi dell’ultima ora che questa amministrazione potrebbe ancora alimentare e tentare, nonché negli gli imbarazzi di un’opposizione divisa e per tanto tempo rimasta senza bussola .
Lunedì 25 novembre 2013 il consiglio comunale di Orvieto potrà fare una sola scelta tra le due possibili:
a) quella disgraziata di continuare a raccontare la storia dei bilanci risanati che negli anni hanno portato alla rovina la città e, noncuranti delle leggi e dei pareri negativi degli organi di controllo, votare un bilancio non bilancio, un bilancio grottesco senza pareggio di bilancio, un bilancio dove il deficit pregresso scompare e viene trasformato in nuovo indebitamento in violazione di ogni principio fissato dall’Articolo 119 della Costituzione per poi riapparire in sede di riequilibrio con un provvedimento di copertura illegittimo, un bilancio che mette, indebitamente, le mani in tasca ai cittadini aumentando del 19% le bollette dei rifiuti urbani così che il Comune finisce per incassare più soldi di quanto ne spenda effettivamente per tale servizio.
Dubito, però, che una maggioranza di consiglieri comunali sia disposta a votare un simile bilancio così com’è, privo del parere favorevole dei revisori. Sono troppi e assai pesanti i rischi economici che ciascuno di questi si assumerebbe in prima persona. Cosa accadrebbe , per esempio, se la BNL vincesse la causa contro il Comune. A fronte di soli 100.000 euro incongruamente accantonati si creerebbe un buco fin qui quantificabile ben oltre un milione di euro che, seppur a mio modesto e opinabilissimo avviso, potrebbe configurarsi come un danno erariale che i consiglieri potrebbero esser chiamati a rifondere personalmente senza neanche potersi avvalere dell’assicurazione la quale, in questo caso, non pagherebbe di certo in quanto la buona fede resterebbe esclusa per via del parere negativo espresso dai revisori.
b) oppure questo consiglio comunale può fare una scelta di svolta , di novità , l’utile presa d’atto dello stato di default in cui si trova l’ente, da affrontare con atti straordinari attraverso il varo di un Piano di Risanamento Pluriennale così come serve e come la legge sul cosiddetto pre-dissesto consente. Non sarebbe, questo atto, la sconfitta o la vittoria politica di nessuno, ma solo una ripartenza per tutti fondata sul rispetto della legittimità e del buon senso.
In definitiva e in ultima analisi c’è da chiedersi come questa utile e opportuna scelta del pre-dissesto possa concorrere a liberare i cittadini da questa situazione di incertezza e a guardare al futuro della nostra comunità locale con maggiore serenità e più concretezza.