di Fausto Cerulli
C’era, o non c’era, una volta una ragazza molto sexy, che aveva la disgrazia di avere due sorellastre timidissime, alle quali ogni tanto doveva insegnare qualche trucco erotico, in modo che si svegliassero un poco e si trovassero uno straccio di marito, così sparivano da casa e lei avrebbe potuto fare gli affari suoi, senza essere disturbata. La ragazza si chiamava Amanda, ma la matrigna, per dispetto, la chiamava Cenerentola. E lei per questo l’aveva avvelenata, mettendolo potenti dosi di plutonio sotto il cuscino. Una sera, comunque, per levarsi le sorellastre dalle scatole, aveva detto loro di andare al Palazzo Reale: il principe aveva organizzato una serata per trovare moglie, e cercava donne proprio come loro. Le povere sorellastre le risposero che non avevano vestiti da sera per andare al palazzo. Allora Amanda, così chiamerò d’ora in avanti Cenerentola, disse loro di andare a battere. Anche se non erano proprio belle, avrebbero trovato qualche vecchietto ancora in tiro, che le avrebbe pagate abbastanza. Le timide ragazze uscirono di casa, si misero sotto un lampione come Marlene Dietrich, e gira gira rimediarono i soldi per andare in merceria a comprarsi uno straccio di vestito passabile. Poi tornarono a casa, si vestirono, Amanda disse loro fate schifo, ma provate lo stesso ad andare al Palazzo. Ma il palazzo era lontano, allora Amanda chiamò il proprio autista, e gli disse di accompagnare quelle scorfane al Palazzo, stando attento che non le sporcassero la tappezzeria della Mercedes. Quando le ragazze furono uscite, Amanda Cenerentola chiamò al cellulare il principe, e gli disse che si era tolte dalle scatole le due impiccione, e che lo aspettava per fare sesso, come quasi tutte le sere. Ma il principe le rispose che non poteva andare, suo padre il re gli aveva detto che quella sera doveva risolversi a cercar moglie, e che dunque per una sera la facesse finita con Amanda. Perché dovete sapere che il re, come tutti i re, compreso Re Obama, aveva le sue spie, che avevano intercettato qualche telefonata spinta tra il principe ed Amanda. Allora Amanda Cenerentola gli disse che sarebbe andata anche lei al Palazzo. Non vedeva perché il principe non l’avrebbe potuta scegliere per moglie. Il principe, in tono poco principesco, le disse che non poteva, per il decoro del Reame, prendersi per moglie una poco di buono come lei: dunque si contentasse di essere l’amante preferita, e la rassicurò dicendole che la loro tresca sessuale sarebbe andata avanti lo stesso. Amanda che era cocciuta come tutte le donne che non si fanno scrupolo di ammazzare le matrigne per un nonnulla, decise di andare lo stesso alla serata di Palazzo. Si vestì alla meno peggio, tanto con quelle tette e quel sederino avrebbe sempre fatto la sua figura, si preoccupò soltanto di indossare un tanga molto ridotto che proprio il principe le aveva regalato, il viziosetto. Giunse al Palazzo quando la festa era al culmine, le sorellastre avevano bevuto una botte di rosso di tufo, e facevano le maliziose con tutti gli uomini presenti. Ma l’ingresso di Amanda scosse l’ambiente. Il principe le andò incontro e cercò di assestarle uno schiaffo per aver disubbidito. Lei gli disse che se non la smetteva avrebbe messo su un casino di scandalo. Poi, incazzata nera, decise di andare via. Mentre scendeva lo scalone del Palazzo, le scivolò il tanga, e lei non se ne accorse, tanto era abituata ad andare in giro nuda, ché il principe non le bastava e lei cercava e trovava sempre nuove avventure. Era appena uscita dal palazzo, che proprio il re in persona si trovò a salire lo scalone, e vide il tanga poggiato morbidamente, quasi inesistente, sul culmine dello scalone. Non gli fece un grande effetto, anche la Regina ne portava, ma gli venne un’idea. Chiamò in disparte il principe, gli fece vedere il tanga, e gli disse che avrebbe dovuto sposare la donna che aveva perso quel tanga. Il Principe riconobbe il tanga, gli era costato quattro feudi per via che era una esclusiva di Gucci, e cercò di suggerire al padre la storiella della scarpina di cristallo. Il Re, dandogli uno schiaffo violento, gli disse di non fare lo scemo. Avrebbe mandato le sue guardie di finanza in giro per il reame, finché non si fosse trovata una donna cui quel tanga si adattasse a pennello, e quella donna sarebbe stata la sposa del principe. Ma il principe non aveva nessuna voglia di mettersi in casa la propria amante, e dunque doveva trovare subito un rimedio. Si fece dare il Tanga da suo padre il re, e disse che avrebbe provveduto lui stesso a cercare e trovare la donna che aveva perso il tanga. Detto fatto, con il tanga in una mano e il volante della Volvo nell’altra, si precipitò a casa di Amanda. Amanda, detta anche Cenerentola, stava guardando un film porno, dopo aver telefonato a Berlusconi per scusarsi se non era potuto andare quella sera ad una delle serate eleganti. Il Principe, che aveva le chiavi di casa, entrò senza farsi annunciare. Le disse che quella storia del tanga ormai la conosceva da un pezzo, non era la prima volta che lei lo lasciava da qualche parte. Amanda Cenerentola cercò di calmarlo, gli fece quattro moine, gli disse ora che sei qui smetto di guardare il film porno e ne facciamo uno noi. Ma questa volta la donna non aveva fatto i conti con la residua dignità principesca del principe. Il quale fece per abbracciarla, poi le strinse le mani intorno al collo, e, poiché gli era montato il sangue blu alla testa, la strangolò. Poi ne buttò il cadavere nella cenere del camino, accese un fuoco del diavolo e restò a guardare finché il cadavere non fu bruciato completamente, Poi tornò a tutta velocità al Palazzo, fece provare il maledetto tanga alla prima donna che incontrò nel salone, e si vide che ad una delle sorellastre di Amanda stava un poco stretto, ma non era il caso di andare troppo per il sottile: dichiarò che avrebbe presa per moglie quella donna, le baciò galantemente una mano, e intanto pensava che con una moglie come quella doveva farsi un’amante nuova.
Ma siamo proprio sicuri che Amanda Cenerentola fosse davvero morta ? In fin dei conti anche l’araba fenice, a quello che si dice, che fa rima, era risorta dalle sue ceneri.
Stretta è la foglia, stretta è la via, aspettate che dica ancora la mia….