Si è parlato di sviluppo delle reti, di banda ultra larga, fibra ottica e partecipazione al Palazzo Donini di Perugia, il 28 ottobre (http://leretidelfuturo.it/ ). L’occasione è stata la presentazione dei contenuti del nuovo disegno di Legge regionale che dall’Umbria, parte come una sfida a tutte le altre regioni italiane, grazie ai suoi contenuti innovativi per lo sviluppo delle reti di nuova generazione.
A illustrare il lavoro legislativo l’assessore alle Infrastrutture tecnologiche Stefano Vinti, che ha fortemente voluto caratterizzarlo introducendo elementi importanti per il coordinamento e la partecipazione alla realizzazione della rete di nuova generazione regionale, recependo le sollecitazioni che provengono dalla società civile, dalle associazioni e in particolare da Assoprovider. Tra le tante proposte degne di risalto, si evidenza la definizione di “opera di urbanizzazione primaria” la posa dei cavidotto per fibra ottica e l’incentivazione alla partecipazione “dal basso” dei cittadini con cooperative e società per la realizzazione dell’ultimo miglio in fibra ottica.
Il presidente di Assoprovider, Dino Bortolotto, è davvero soddisfatto: “E’ la prima volta che un d.l.r. mette nero su bianco che alla costruzione della rete di nuova generazione possono partecipare tutti i cittadini, nelle forme più varie: cooperativistiche, associazionismo, forme giuridiche profit e no profit. Si ribadisce così che la rete è un’esperienza fortemente bottom up, locale e condivisa, promossa dai cittadini per i cittadini, mettendo fine a quella strana forma di pensiero che presume che solo i grandi player possono risolvere il problema delle nuove infrastrutture. Cosa che in realtà non è mai accaduta!”
In un mercato, quello delle telecomunicazioni, che vede drammaticamente perdere quote di profitto per i grandi operatori e invece crescere significativamente con percentuali a due cifre i piccoli provider locali, finalmente qualcuno a livello politico ha compreso che le sollecitazioni di Assoprovider sulla forza delle esperienze dal basso, così come avvenuto per il wireless, “sono una possibile risposta vera alla necessità di dare una spinta significativa a questo paese in tema di infrastrutture, liberando da lacci e lacciuoli un mercato da troppo tempo ingessato a tutela di pochi noti oggi sommersi dai debiti”, afferma Bortolotto.