Un’unica foto a testimoniare la prima Messa in latino che si è svolta ad Orvieto, presso la chiesa di San Paolo, a distanza di 44 anni dall’entrata in vigore del nuovo messale approvato da Paolo VI.
Il Motu Proprio “Summorum Pontificum” di Benedetto XVI ha generato una vera moltiplicazione delle celebrazioni stabili nell’antico rito della Chiesa e ciò è un fatto fino a pochi anni fa impensabile e che rivela un’esigenza, fra i cattolici, che travalica pregiudizi e luoghi comuni.
Finalmente anche a Orvieto è offerta a tutti i fedeli della diocesi, e non solo, la possibilità di godere dell’antica liturgia romana, grazie all’esperienza dell’Istituto Cristo Re e Sommo Sacerdote, che ha condotto la celebrazione, officiata dal rev. Can. Gilles Guittard, all’ospitalità delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo e alla benedizione di Sua Eccellenza Mons. Benedetto Tuzia, vescovo di Orvieto-Todi, senza l’interesse del quale non sarebbe stato possibile avere questo importante appuntamento liturgico. E la rilevanza dell’iniziativa ha trovato riscontro nella presenza dei fedeli che, col gregoriano e col silenzio, hanno partecipato alla Messa cantata.
La frequente obiezione del latino, che fa ritenere il rito incomprensibile, in verità viene facilmente superata non solo dal sussidio bilingue messo a disposizione di tutti, ma anche dal fatto che le parole spettanti al popolo appartengono all’ordinario della Messa (Kyrie, Gloria, Credo…) che viene ripetuto in tutte le celebrazioni. Basterebbe solo un po’ di assiduità per padroneggiarle.
D’altro canto, l’essenza dell’antica liturgia non sta nell’uso di una lingua desueta, ma nella sua dimensione “verticale”, fortemente trascendente, marcata dalla posizione del celebrante rivolto alla croce e all’oriente liturgico, dalla gestualità misurata e precisa, dal rarefarsi delle parole e dei suoni che sfociano nel silenzio dell’adorazione.
Il prossimo appuntamento sarà domenica 27 ottobre e, successivamente, il 1 novembre, festa di Ognissanti, alle ore 17:30 presso la chiesa di San Paolo in Orvieto.