di Pier Luigi Leoni
Sono ancora intense le scosse di assestamento del terremoto parlamentare di mercoledì 2 ottobre. Ma la realtà politica orvietana è tanto piccola che quasi non ne risente. Siamo al punto di prima. Vediamo un po’ qual è questo punto, ma senza giri di parole, come è doveroso da parte di chi si prende la briga e il gusto fare politica e di fare giornalismo.
Il sindaco Concina, per amor proprio, ma anche perché molti lo incoraggiano, vuole riprovarci. Le tre forze su cui può attualmente contare fanno perno su tre personaggi: Olimpieri, Frizza e Ranchino. Si tratta di tre forze o di tre debolezze? Esiste una delusione a destra? Se esiste, è recuperabile o almeno compensabile coi voti di sinistra portati da Frizza? Due consiglieri del gruppo presieduto da Olimpieri e che ancora si chiama PdL, Leoni e Melone, non condividono l’ottimismo del sindaco e non hanno alcuna intenzione di aderire alla riesumata Forza Italia e di aggregarsi tranquillamente all’iniziativa elettorale di sostegno a Concina quale finora si va profilando. Probabilmente il sindaco si rende conto di essere stato poco accorto nella scelta dei collaboratori, perché Brugiotti, l’ex assessore che lo ha inguaiato e che gira continuamente il coltello nella piaga; lui l’ha scelto e lui l’ha cacciato. Così come ha scelto e poi s’è visto scappare una folta schiera di assessori. Senz’altro il sindaco si rende conto che, se non si vuole ritirare a vita privata, deve cambiare seriamente metodo nella scelta dei personaggi di cui si circonda. Altro problema: considerando la sua volontà di combattere ancora, evidentemente non tiene conto abbastanza della situazione finanziaria del comune, che invece è ancora pesante.
Sull’altro fronte, il PD orvietano si dibatte in serie difficoltà che conseguono alle ferite delle elezioni comunali del 2009 e riverberano le dinamiche del partito nazionale. Germani, politico della vecchia scuola ma non fazioso, capogruppo in consiglio comunale, non nasconde la propria disponibilità a candidarsi a sindaco e ad affrontare, se necessario, il rischio delle primarie. Ma i Renziani sono in agguato e pretendono primarie aperte con le quali sperano d’imporre un loro candidato a sindaco. La parola “primarie” evoca le lacerazioni del 2009 e il disonore di un sindaco di destra eletto coi voti della sinistra. Quindi nel PD orvietano si sta soffrendo e probabilmente molto si soffrirà. Però gli elettori di quel partito sono ancora tanti e non è pensabile che esso non punti a vincere le comunali.
Intanto si va profilando con sempre maggiore chiarezza l’iniziativa del COVIP (centro orvietano di vita politica intitolato al senatore Romolo Tiberi), presieduto da Barbabella. In questo circolo s’incontrano amici con varie storie politiche, tutti seriamente preoccupati per le difficoltà di Orvieto sia come società sia come Ente Comune. Nel COVIP prevale la convinzione che la situazione di Orvieto sia tanto drammatica che non se ne possa uscire senza un passo indietro dei partiti che hanno determinato, o non hanno saputo superare, la crisi economica e la decadenza della città. Perciò il COVIP sta verificando se la parte del corpo elettorale che non ha fiducia nella capacità di elaborazione politica e di azione dei grandi partiti tradizionali abbia la forza di elaborare una strategia politica e un programma elettorale civico innovativo e di ampio respiro. Nelle intenzioni di Barbabella e soci sono necessarie, per far rinascere la speranza nella città, la rottura con la politica degli anni del declino di Orvieto e una fase di elaborazione programmatica, di composizione politica e di individuazione di una adeguata classe dirigente. Si tratta di un lavoro duro, complicato e di incerto successo perché è indispensabile il superamento, in vista del bene comune, di barriere ideologiche, esigenze identitarie e personalismi. Ma rappresenta anche, oggettivamente, una prospettiva che può stimolare le energie sopite della città