di Piero Cambi
In questi giorni si parla tanto di IMU ma noto che sostanzialmente, anche se ha cambiato nome, si porta dietro la stessa anomalie della tassa che l’ha preceduta, ovvero l’ICI.
Per entrambe le imposte il calcolo si basa sul numero dei vani, ma vi sembra una norma corretta?
In questi anni molti giornali e anche un Sottosegratario (Benvenuto) hanno contestato questa modalità d’imporre questo balzello (è un sistema iniquo). Un’abitazione dovrebbe essere tassata in base ai metri quadrati? Porto un esempio che nessuno mi può contestare.
Quando nel 1965 acquistai il mio appartamento a livello catastale era composto da 8,5 vani (compreso il corridoio) e questo numero non implicava più di tanto sulla Rendita Catastale. Con l’introduzione dell’ICI il calcolo avveniva indipendentemente dalla superficie di ogni singolo vano, con l’ irragionevole paradosso che un vano da 8 mq pagava come uno da 100 mq. (Ho un vano da 8mt e uno da 27 pagano la stessa cifra.)
Se per ipotesi avessi voluto fare delle modifiche interne riunendo tre vani in uno solo, la Rendita sarebbe scesa di un terzo.
L’IMU prosegue questo paradosso.
Il centro storico di Orvieto, per la precisione la zona dove si trova la mia abitazione, ha poi subito un aumento del coefficiente perché è “meglio servita e di qualità superiore”.
La Rendita Catastale è quindi passata da 438 €uro a 672.
In seguito ad un Comunicato Stampa del Comune di Orvieto, datato 5/2/2010, il Catasto, in seguito a una mia richiesta di chiarimento, mi ha risposto così:
…….PERTANTO il quadro socio economico , della zona in oggetto, si presenta , oggi, come una vasta area di elevata qualità immobiliare, BEN SERVITA ANCHE DA MEZZI PUBBLICI. Via Felice Cavallotti di Orvieto è considerata come i Parioli di Roma.
Tutto questo anche per osservare che la proposta di soglia a 750 €uro non può essere riferita ad “abitazione di lusso” in quanto come detto prima i 672 €uro del mio normalissimo appartamento sono troppo vicini a questa soglia.
Sono lieto di essere inserito tra i ricchi.