di Pier Luigi Leoni
“Fra tutti gli uomini ci deve essere lotta aperta; e non si deve impedire con leggi e costumi ai migliori di aver successo e di allevare il maggior numero di figli. Tra qualche tempo a venire, non molto lontano se misurato nei secoli, è quasi certo che le razze umane più civili stermineranno e si sostituiranno in tutto il mondo a quelle selvagge.” [Charles Darwin, Origine delle Specie, 1859]
In una visione evoluzionista e materialista il discorso di Darwin non fa una piega. E se esso non si avvera, come dimostra l’Europa tremebonda di fronte alla pressione delle masse migranti dall’Africa, ci deve essere un perché.
C’è una spiegazione razzista che dà la colpa al cristianesimo di aver introdotto il pregiudizio che l’ammalato, il disabile, il povero, il “selvaggio” che ha fame non sono bastoni tra le ruote delle progresso, ma sono addirittura i più vicini a Dio e quindi, avvicinandosi al sofferente terrestre, ci si avvicina al Padre Celeste.
C’è anche una spiegazione ateisticamente buonista che l’assistenza al debole e al sofferente, placando un disagio emotivo, fa bene alla salute.
Manifestazioni della prima spiegazione le sentiamo tutti i giorni da parte di comuni cittadini (che si considerano e che generalmente sono considerati delle brave persone) che vorrebbero che i migranti affamati fossero costretti nelle loro terre insanguinate. Meglio che muoiano sotto i colpi delle armi da fuoco da noi vendute in tutto il mondo, o sgozzati, o tra i tormenti dell’inedia, piuttosto che mettano in pericolo il nostro sistema di vita e, addirittura, la purezza della nostra razza.
Una manifestazione della seconda spiegazione l’ho vista in TV: dopo una sequenza con Papa Francesco che visitava, carezzava e baciava in Assisi i disabili e chi li assisteva, hanno mandato in onda la ripresa di un cane che giocava con un bimbo down. La tenerezza cristiana di un Papa raffrontata senza commento a una manifestazione animale dell’istinto di accudimento della prole è una bassezza di chi, giocando sull’emozione, vuol fare di ogni erba un fascio. Ma Cristo non predicava ai cani, che non ne hanno bisogno. Sono gli uomini che hanno il cuore duro. E spesso anche il cervello.