di Dante Freddi
L’approvazione degli gli indirizzi per la salvaguardia e valorizzazione del CSCO/Centro Studi Città di Orvieto avvenuta nel Consiglio comunale di Orvieto lunedì scorso mi sembra una scelta positiva, un punto di ripartenza per quella risorsa importante della città, che quelli che parlano inglese e anche quelli che non lo parlano amano chiamare asset.
È stata una scelta sofferta e ci sono volute due commissioni nominate dal Consiglio per arrivare fino qui dopo anni di tribolazioni. La prima commissione liquidò la questione in un paio di sedute, decidendo di chiuderlo. La seconda, quella dei cosiddetti sette saggi, ha fornito delle indicazioni per la ripresa del CSCO che potrebbero funzionare, se ci si credesse davvero.
Nel dibattito durante il Consiglio comunale di lunedì, a parte l’opposizione argomentata di Ranchino, ci sono stati dei ragionamenti davvero incomprensibili, fuori dal contesto, che mi hanno colpito perché vengono dalla pancia ulcerata e non servono a nulla, se non a documentare rancori, diffidenze, incapacità a ragionare serenamente e quindi a governare.
Ha detto Stefano Olimpieri, votando a favore per gli indirizzi: “Non si può condividere da un lato il CSCO e poi con l’altra mano scrivere lettere alla Corte dei Conti puntando il dito sul bilancio del Comune”.
Carlo Tonelli, nella sua solitudine, come ama dire, dimostra effettivamente di avere scarse possibilità di confronto e quindi se ne esce con “dà politicamente fastidio ad uno come me che ha fatto un percorso diverso, che certe forze politiche, dopo aver anestetizzato un territorio, si permettano di inviare lettere alla Corte dei Conti”. Poi vota contro affermando nella dichiarazione di voto “Non ho dubbi che il CSCO debba essere salvato”.
La sua perlina ce l’ha offerta anche il presidente Frizza che, sempre riferendosi alla lettera del centrosinistra alla Corte dei Conti “Lavorare insieme per il bene della città significa lavorare insieme a 360 gradi. Quando invece, dall’altro lato, si scrivono lettere, allora quante facce ha la medaglia?”. Frizza si è astenuto.
I tre esponenti della maggioranza facevano riferimento alla lettera inviata da PD, PSI e PRC alla Corte dei Conti segnalando la difficoltà dell’Amministrazione a chiudere il bilancio preventivo 2013 senza commettere illegittimità e la preoccupazione che l’Amministrazione che sarà eletta a primavera subisca le conseguenze di questo atto.
La lettera è inviata alla Sezione di controllo per l’Umbria della Corte dei Conti, quella che deve appunto controllare, e non è cosa da infami, come farebbe pensare il ragionamento dei consiglieri, ma la legittima segnalazione di una legittima preoccupazione.
Che questo atto del centrosinistra finalmente da opposizione attiva, che ha il dovere di proteggere gli interessi della città, sia sentito come un’azione che addirittura inficia i rapporti politici e personali, è un’insensatezza. È affermare che l’opposizione non deve fare l’opposizione se non sbraitando in Consiglio per mettersi la coscienza a posto e lasciar fare poi alla maggioranza quello che vuole.
Se Olimpieri nei suoi quindici anni di opposizione avesse segnalato alla Sezione Controllo della Corte dei Conti come temeva venissero costruiti i bilanci delle amministrazioni di centrosinistra, tanto vituperati, forse oggi ci troveremmo meglio. Ancor più se Frizza e Tonelli non avessero votato quegli stessi bilanci o partecipato alla loro gestione.
Non può funzionare un Consiglio comunale in cui si utilizzano per regolare le proprie azioni i principi che vigono in galera, per cui è infame chi “fa la spia” su un comportamento ritenuto scorretto agli uffici che si devono occupare dell’argomento per missione, come quella sezione di controllo della Corte dei Conti,
Non è un aspetto marginale che la lettera non sia stata inviata alla Procura e quindi non sia, comunque, una denuncia.
Chi non ha nulla da temere sulla correttezza degli atti amministrativi che compie, perché dovrebbe preoccuparsi di una segnalazione?
Se i nostri consiglieri, tutta brava gente, si ascoltassero da fuori, forse si renderebbero conto della astrusità di alcuni loro ragionamenti e cercherebbero di parlare quando hanno davvero meditato e non racconterebbero quello che viene loro in mente per occupare spazio nella ospitale Tv di Pelliccia.