di Gianni Cardinali
A proposito della nuova ordinanza “minacciosa” per “proteggere” la città dai cani desidero dire la mia appoggiando il principio “chi lascia sporco paga”.
Un fatto è certo, sia nel centro storico che altrove, gran parte degli spazi verdi, con divieto di accesso ai cani, sono regolarmente frequentati dai loro padroni con relativi cani perché non sanno dove portarli.
Significa, quindi, che aldilà delle deiezioni, non moltissime per la verità, queste persone, almeno qualche volta dovrebbero essere state multate!
In una realtà dove non vengono multati neanche autisti di mezzi pubblici che usano il cellulare mentre guidano o i vigili urbani che parcheggiano sui marciapiedi!
Se venisse applicata, la multa potrebbe funzionare, ma da noi si sa come va a finire.
In altri paesi, dove i cani possono entrare negli alberghi, nei ristoranti, nelle spiagge, ovviamente con regole precise, sono gli stessi possessori a controllare gli altri perché si comportino correttamente.
Da noi non è possibile perché vale il principio: “impicciati dei fatti tuoi”.
In Francia, quando per la prima volta portai il cane con il camper, nel primo campeggio chiesi se il cane fosse accettato.
Il gestore mi guardò in modo strano come se avessi fatto una domanda ridicola.
“Certo che è accettato” mi disse, ed aggiungo, anche gratuitamente.
Dico questo perché in Italia non sono molti i campeggi che accettano i cani, che, in quelli che accettano, pagano una quota giornaliera che può raggiungere i cinque euro.
La verità è che i divieti non ci dovrebbero essere, come quello ridicolo “vietato calpestare le aiuole” che tutti i cafoni (non molti per fortuna) calpestano.
In Alto Adige, dove le regole si rispettano per alto grado di civismo e dove il controllo reciproco è accettato, diffusamente si incontrano colonnine come quella che ho fotografato.
Se il Comune di Orvieto vuole il consenso dei cittadini a questo deve pensare e tenere conto del fatto che un cane è una ricchezza affettiva impagabile per un gran numero di persone soprattutto anziane e spesso sole.