di Fausto Cerulli
Oggi su Orvietosi si parla molto di Concina, lo fa Gianni Cardinali, con la sua raffinata competenza, lo fa Brugiotti, che conosco soltanto dai suoi scritti, con goffo tentativo di essere spiritoso, risultando invece noioso, con il solito tuffo in piscina, con l’abusato manzoniano Carneade, riferito a Concina. Chiarisco subito, ed una volta per tutte, che non ho sposato Concina, e che non sono stipendiato da lui, e che non voglio fare il suo avvocato difensore, avendo lui altri avvocati di maggior peso. Dico soltanto che conosco Concina da quando eravamo ragazzi, e conosco suo fratello Enzo. Spero che non mi venga ascritto a colpa il fatto di provare affetto per lui e per suo fratello. E di aver frequentato talora la dimora regale del Tamburino, dove incontravo giornalisti di sinistra, a cui venivo puntualmente presentato come un rottame comunista. E poso giurare che non avvenivano festini, e che la piscina del tuffi di Brugiotti non era davvero olimpionica, essendo adatta a me che non o nuotare: se non nel torbido. Non voglio entrare nel merito della politica amministrativa, anche perché fui bocciato proprio in diritto amministrativo. Ma quando leggo che tal Brugiotti rimprovera a Concina di nascondere, dietro il paravento della crisi economica, la mancanza di iniziative capaci di rilanciare l’economia orvietana, mi chiedo in quale mondo viva il sullodato Brugiotti. Tutti i Comuni italiani sono in crisi, e lo pure lo scemo del villaggio. Caro Brugiotti, ti garantisco che non entrerai nella Giunta da me diretta, neppure se ti fai sponsorizzare, diciamo, da Riccetti. Scherzi a parte, trovo strano che Concina venga attaccato da molti, ma non spesso come ci si potrebbe attendere dalla opposizione che pure ne avrebbe il dovere, magari solamente formale. E voglio dare atto alla opposizione del suo rendersi conto del fatto che anche giunte di sinistra sono costrette a tagli dolorosi. Ma tutto questo non interessa Brugiotti, interessato solo, a quanto pare, di sfogare qualche livore, magari giustificato, ma sempre livore. D’accordo, Concina non sa fare miracoli, ma lui fa parte dei fanti e non dei Santi. D’accordo, Concina ha scelto di fare la giunta con una destra che non disdegna simpatie neofasciste. E questo non gli giova, come immagine Ma in politica bisogna inghiottire qualche rospo, anche se nero. Del resto, per dirla tutta, vorrei ricordare che quando Casa Pound decise di organizzare un convegno nella sala dei Cinquecento, Concina, sollecitato da sinistra, relegò i neonazisti nel basso del Palazzo. Con una certa incazzatura della destra di giunta. Concina sa che io sono comunista, ma non per questo mi evita, come fanno invece molti vecchi amici, vorrei dire compagni ma non ce la faccio, di sinistra. E voglio confessare a Concina una mia colpa: per qualche tempo facevo finta di non vederlo, quando ci incontravamo per strada; e non so dire se lo facessi per non danneggiare me o per non danneggiare lui. Mi sono sempre sentito scomodo, come comunista. E Concina, a differenza di molti, troppi altri, non mi ha fatto sentire scomodo. Concina, ovviamente, è un liberale, ed altrettanto ovviamente non condivido la sua posizione politica. Concina sa bene che se trovassi in giro qualche comunista vero, tipo Rifondazione di una volta, davvero cercherei di scalzarlo dal trono. E sono certo che lui preferirebbe avere come successori comunisti veri piuttosto che baciapile come Mocio, o abili sottili politici come Cimicchi, filza sempre più bianca. D’accordo, compagni, Concina non ha mai detto di essere di sinistra ( se ha ancora un senso questo termine) ma ha cercato e trovato voti moderati. Se lo fa Renzi, o Bersani, perché non avrebbe dovuto farlo lui? A ciascuno il suo, per dirla. con un titolo di Sciascia. D’accordo, a Concina piace prendere parte alle presentazione degli eventi, ma questo è dolo eventuale, e lui lo fa per fare il Sindaco. D’accordo, a Concina piace suonare il pianoforte appena gliene viene il destro, ma lo sa fare e non fa torto a nessuno. Vi figurate Mocio o Cimicchi al piano? Magari alla fisarmonica, o passi per il mandolino. D’accordo; Concina cerca di fare quello che può, magari si arrabatta, ma glielo scrissi proprio su questo giornale che il primo piatto mi sembrava buono, e che era il contorno a guastare il pranzo, con la gradevole eccezione per Roberta Tardani, ma questo è un fatto personale, perché è stata tra le poche persone a starmi accanto nella depressione. D’accordo, Concina è stato in Telecom, ma non è stato il solo. Un tempo scambiavo mail con Franco Bernabé, e non mi sentivo reazionario. Sapevo solo che dava lavoro a qualche orvietano,e non mi dispiaceva, pur nel mio odio naturale per i padroni del vapore. D’accordo, a me Concina mi sta bene come amico, e dunque non mi sento uno sciatto adulatore. So che è vittima di rancori personali, di persone come Brugiotti, tanto per tornare all’inizio. Ma la politica non si fa con i rancori o con gli amori personali. Io lo so bene, per aver sofferto dei rancori al punto di non occuparmi più di politica politicante, dichiarandomi per sempre comunista e dunque fuori dal giro. Ho divagato troppo, more solito come direbbe il mio amico Tiberi, ed ho tralasciato il corsivo di Gianni Cardinali. Lo ricordo ora, per metterlo a confronto con quello di Brugiotti. Brugiotti offende, mena botte a caso. Mentre Gianni propone, con la sua dolcezza di amico della natura, come Francesco papa.. e lo fa con la modestia delle persone intelligenti, ricordando avvisi che aveva lanciato in altri tempi. Senza rancore e senza adulazione. Ma Gianni Cardinali è persona che vale essendo persona. E lo schiero tra i miei futuri assessori, a meno che non sia già preda di Riccetti. Concludo dicendo che questo mio corsivo farà dispiacere a Concina, apparendo corsivo prezzolato, e farà dispiacere a molti miei amici, che mi sanno di sinistra, e che tutto sommato mi considerano strano, border line, folle d’accatto.