di Dante Freddi
Trattare di Bilancio è sempre difficile, perché l’argomento è ostico, richiede competenza e non ci può fidare delle parole o degli scritti di nessuno.
Il Consiglio comunale di lunedì scorso ha approvato la relazione della Giunta sulla verifica della sana gestione finanziaria e sul funzionamento dei controlli interni per l’anno 2011. Aveva chiesto questo atto la Corte dei Conti alcuni mesi fa e finalmente la Giunta ha risposto alle richieste formulate. Anche la minoranza ha confezionatouna controrelazione, che costituisce l’”altro” punto di vista sulla condizione contabile del Comune. Gli orvietani sapranno cpstruirsi un’idea.
Faccio alcune note per rappresentare soprattutto la grande confusione in questo imbarazzante compito di informare i lettori e poi allego i documenti inviati alla Corte, sia quello della minoranza che quello della maggioranza.
Relazione della Giunta
Controrelazione del PD
Le mie note.
L’assessore Pizzo ha gridato in Consiglio, con convinzione e voce roboante, che “la città è risanata” ma anche che “L’ente ha bloccato per intero le proprie uscite fino al 31 dicembre. Prepariamoci a dirlo ai concittadini. Quest’anno non c’è appello per nessuno. Sono a rischio anche i posti a tempo indeterminato in Comune. Oggi siamo in una nuova storia, totalmente diversa. O insieme si decide di uscire da questa situazione o non si va da nessuna parte. Chi, il prossimo anno, vincerà le libere elezioni di questo Comune troverà un bilancio serio e vero”.
Il consigliere Leoni, con la consueta onestà intellettuale, ha ribadito che ci sarà un bilancio vero dopo i tanti falsi degli anni del centrosinistra, ma chiede all’assessore:” Che gusto c’è a governare una città in cui non si è in grado di garantire la vernice per la segnaletica delle strade e il decoro dei cimiteri?”.
Io aggiungo: “ A chi serve?”.
Il capogruppo del Pd Germani si domanda “Come mai il sindaco nell’adunanza pubblica della Corte in data 30/11/2012 afferma che è in fase avanzata contatti con il Demanio dello Stato e Cassa Depositi e Prestiti per attivare nel sito Caserma Piave un campus universitario residenziale destinato alle università anglosassoni. E il consiglio comunale non ne sapeva nulla allora e continua a non sapere nulla adesso”.
E anche io mi chiedo come mai non se ne sapesse nulla e secondo quali criteri il sindaco intrattenga i suoi contatti. E mi incuriosisce sapere che fine abbia fatto quel contatto con i costruttori del campus e perché non si sia realizzato.
Perché?
Ma è vero o è stata soltanto una vaga ipotesi per offrire sostanza alla promessa di vendere la palazzina comando e incassare?
E ancora.
Nel verbalizzare quanto affermato dal sindaco nell’udienza del novembre 2012, la Corte dei Conti ha preso atto degli interventi in materia di patrimonio che si sarebbero dovuti concretizzare e ha affermato che “Quelle misure, se effettivamente adottate in tempi contenuti potranno consentire all’Amministrazione di avviare un percorso di risanamento e di recupero degli equilibri di bilancio”.
Su questa affermazione ha puntato l’intervento di Pizzo, a dimostrazione che la Corte condivide gli interventi del Comune. Da allora però è passato più di un anno e il patrimonio è ancora lì.
Continua Germani: “Della situazione drammatica in cui versa l’Ente il Consiglio comunale si era espresso nel mese di aprile 2013 in occasione dell’approvazione del bilancio consuntivo 2012 indicando con un voto unanime su un Atto di Raccomandazione alla Giunta l’opportunità di aderire al cosiddetto Decreto Salva Comuni proposto tra l’altro dal consigliere Ranchino. Apprendiamo solo oggi che già alcuni mesi prima la Corte dei Conti dell’Umbria, considerato il “fallimento” delle operazioni di riequilibrio finora effettuate, trasmetteva al Comune di Orvieto il suggerimento di ricorrere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale introdotta dall’articolo 3, comma 1, lettera r), del D.L. n. 174/2010, che ha inserito l’art. 243-bis al D,lgs. n. 267/2000 (TUEL”).
E questo è vero, come dimostra la foto del documento originale, che riportiamo sopra.
Ma è vero anche quanto dice Pizzo, basta evidenziare alcune parole e ignorarle altre. Il termine “fallimento” certamente Pizzo non lo ricorda e Germani da parte sua lascia perdere che l’indebitamento pesante è avvenuto negli anni precedenti a Còncina, che ha soltanto la responsabilità di non avere tirato fuori un ragno dal buco.
Io mi chiedo, ma anche i lettori certamente, come possono essere “falsi” bilanci approvati dai consiglieri, firmati dai revisori dei Conti, dal responsabile dell’ufficio ragioneria e mai impugnati dalla Corte dei Conti? Chi è stato disattento?
Se è così facile rendere veri tecnicamente bilanci falsi nella sostanza, chi ci garantisce che oggi siano veri e che domani non ci troveremo con una città chiusa e in più ancora da risanare?
Non ho risposte, ma ritengo che tenere all’erta la Corte dei Conti sia doveroso sia per la minoranza che per la maggioranza, se non hanno nulla da nascondere. Quale miglior consulente gratuito?