Il “Comitato 12 novembre”, come già annunciato in occasione della manifestazione della scorsa settimana, ha sporto querela per i danni subiti dall’allucione. Segue l’estratto della querela presentata, in cui sono evidenziate, con il supporto di tencici di parte, le criticità del fiume Paglia, che sono probabilemnte causa dei disastri del 12 novembre.
Estratto della querela
Il “Comitato 12 Novembre 2012”, con sede legale in Orvieto (Tr), via delle Acacie n. 12 composto da cittadini privati, imprese commerciali, industriali, artigiane, agricole, enti, associazioni, e qualunque categoria non espressamente citata, che abbia subito danni diretti o indiretti in conseguenza degli eventi alluvionali verificatisi il 12 Novembre 2012 in Orvieto Scalo (Tr), ha presentato in data 21 ottobre 2013, presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Terni, una denuncia querela per i danni subiti a seguito dell’alluvione.
Il giorno 12 novembre 2012 si verificava, nella zona di Orvieto Scalo (Tr), e precisamente nelle aree limitrofe di sponda del bacino fluviale del fiume Paglia, nel tratto compreso tra Allerona Scalo (in Comune di Castel Viscardo) e la località Camorena presso Orvieto, l’esondazione del fiume Paglia.
Il fiume Paglia, che scorre sul territorio di tre regioni, la Toscana, il Lazio e l’Umbria, nasce dal Monte Amiata alla quota di 968 metri e dopo un percorso di circa 63 chilometri planimetrici, confluisce nel fiume Tevere.
L’evento piovoso dell’11-12 novembre 2012, tecnicamente definito quale evento “particolare”, ma non “eccezionale” provocava, a seguito dell’innalzamento del livello delle acque, e contribuendo con la scarsa manutenzione del bacino fluviale, l’esondazione del fiume Paglia.
La zona interessata dall’evento è stata oggetto di tre distinte perizie, una Geologica, del Dott. Geol. Biondi, una perizia tecnica per determinare lo stato dei luoghi, svolta dal Geom. Francesco Custolino ed una perizia del Dott. Agronomo Roberto Macchioni sui danni provocati alle colture, richieste dal “Comitato 12 Novembre 2012”.
Nelle perizie si rileva come la presenza di una consistente vegetazione sulle sponde del letto del fiume Paglia abbia reso difficoltoso il deflusso delle acque di piena determinando l’aumento del livello delle stesse e, quindi, l’esondazione.
Il fenomeno alluvionale ha creato gravi problemi nella zona interessata, cagionando danni notevoli non solo alle attività economiche ed alle abitazioni ma anche alle colture ed a tutti i terreni circostanti.
Le acque del fiume Paglia, durante la fase di straripamento, hanno invaso la zona industriale prospiciente la stazione ferroviaria di Orvieto Scalo. Nel sito sono presenti numerosi insediamenti industriali e commerciali oltre ad abitazioni private e le acque hanno provocato danni materiali ingenti che sono stimati complessivamente in euro 26.036.205,36 (oltre quelli delle aziende agricole e dei privati), secondo quanto comunicato da ciascuna azienda alla Regione Umbria.
Il fiume Paglia, durante la fase di straripamento, ha depositato sulle zone limitrofe al bacino, un’enorme quantità di materiale detritico (principalmente sassi, ciottoli e legname) distruggendo le colture in atto, e danneggiando il terreno sottostante, lasciando uno strato più o meno profondo di terra inerte che ha coperto lo strato di suolo utile per la coltivazione. Il materiale terroso portato dal fiume, il quale ha sostanzialmente sostituito la porzione superficiale del suolo preesistente, ha creato un ambiente assolutamente ostile alle future coltivazioni.
E’ stato stimato, dalla relazione del perito Dott. Agr. Roberto Macchioni, uno spessore medio di 10 cm (1000 mc) di materiale da asportare; in prossimità del letto originario del fiume la quantità di materiale detritico è decisamente maggiore e va man mano diminuendo allontanandosi dall’alveo.
In prossimità della strettoia di Camorena, zona di chiusura del bacino, il materiale terroso lasciato dall’esondazione del Paglia e l’enorme quantità di vegetazione che il fiume ha sradicato e portato con sé hanno provocato un rallentamento del deflusso innalzando ulteriormente il livello del fiume a monte con la conseguenza di coinvolgere alcune abitazioni della località “La Svolta”, allagando poi anche buona parte della zona commerciale.
Essendo collocato in quell’area anche il depuratore di Orvieto, l’alluvione ne ha causato il blocco, che si è inevitabilmente ripercosso per tutto il sistema fognario di Orvieto Scalo con le disastrose conseguenze del caso.
Oltre ai danni riportati alle colture vi sono anche quelli subiti dagli appezzamenti, dove, in diversi casi nel comprensorio, l’asportazione del terreno necessaria al ripristino della condizione di normalità, si è spinta fino a 150 cm di profondità, rivelando una situazione pressoché irrecuperabile. Ricostruire gli argini riportando terreno per poterlo coltivare è un’operazione che, oltre ad essere particolarmente difficile nella realizzazione, ha un costo ampiamente superiore al valore patrimoniale del terreno stesso. Inoltre, pur considerando la possibilità di ripulire i terreni dai detriti depositati, rimuovendo il materiale terroso inerte e non utilizzabile alla coltivazione, e ipotizzando, ripristinato il piano di campagna, una nuova semina, sarà necessario del tempo affinché si ricostituisca uno strato utile adatto alla coltivazione e la produzione torni in condizioni di normalità.
L’evento alluvionale verificatosi il 12 novembre 2012 è il risultato della concausa di diverse circostanze: morfologiche, pluviometriche, di prevedibilità dell’evento e scarsità della manutenzione.
La pioggia dell’11-12 novembre 2012 che è caduta nel bacino imbrifero del Paglia e che è andata ad incidere sul deflusso superficiale delle acque è stata un elemento importante per il verificarsi dell’esondazione. Ogni bacino per le sue caratteristiche intrinseche ha un suo tempo di base definito “di corrivazione” che corrisponde teoricamente al tempo necessario affinché l’acqua caduta all’inizio del bacino giunga alla sezione di chiusura. Il tempo di corrivazione viene ad assumersi quale parametro che, una volta eguagliato alla durata delle precipitazioni, determina il raggiungimento della portata massima di deflusso nella sezione di chiusura, quindi la quantità di “pioggia critica” sopportabile.
Il tempo di corrivazione del fiume Paglia è molto breve, dunque la probabilità che le precipitazioni portino al livello critico è tanto elevata, quanto facilmente prevedibile. La carenza di strumenti adeguati e la frammentarietà dell’osservazione e dello studio del fenomeno hanno dunque facilitato l’aggravarsi di una situazione già di per sé morfologicamente precaria.
Dalle osservazioni effettuate in fase di redazione delle perizie allegate alla denuncia querela da parte dei periti incaricati dal “Comitato 12 Novembre” è stato notato che lungo il fiume, nella gran parte delle “barre” di deposito clastico formatesi nel corso degli anni, è cresciuta una fitta vegetazione arborea ed arbustiva i cui fusti hanno diametri che oscillano dai 10 ai 40 centimetri ed altezze notevoli che superano anche i 10 metri. Le dimensioni dei tronchi delle piante dimostrano come, almeno negli ultimi venti anni, sia mancata completamente la manutenzione fluviale, in particolare in corrispondenza dei tratti urbanizzati.
Il punto di chiusura del bacino si trova in corrispondenza del Ponte dell’Adunata ad Orvieto Scalo. Si tratta di cinque archi e di una sopraelevata costituita a sua volta da sei arcate preposti al deflusso delle acque. La scarsa manutenzione della struttura ha fatto in modo che si accumulassero detriti e ramaglie sedimentati a seguito dei precedenti alluvioni, tali da ostruire gran parte della superficie delle arcate e da impedire così il suo normale funzionamento. La superficie utile totale di deflusso risultava dunque, il 12 novembre 2012, molto inferiore rispetto a quella calcolata in astratto e assolutamente non sufficiente a far defluire a “pieno regime” l’ondata di piena del Paglia.
Le risultanze delle perizie svolte dai tecnici su incarico del “Comitato 12 Novembre 2012”, sono state poste all’attenzione dell’Autorità Giudiziaria alla quale sono state formulate specifiche ipotesi di reato correlate all’alluvione.
Il “Comitato 12 Novembre 2012”, è assistito dagli Avvocati Fabrizio Ballarini e Stefania Sensini dello Studio Legale “SENSINI BALLARINI” di Viterbo, via Marconi, 17.