di Cristina Calcagni
Impossibile non replicare a chi utilizza i mass media proferendo verità in forma volgare.
Non ho ben capito a chi riferisca la sua missiva il capogruppo Olimpieri. In realtà non eravamo i soliti quattro o due contestatori, se era dietro una finestra a vigilare avrebbe dovuto accorgersene. La città non è tua e neanche di coloro che nutrono pregiudizio verso i cani. La città è di tutti i cittadini con o senza cani. La quadra si trova in genere quando tutti gli interessi sono tutelati e garantiti. Il più delle volte, e la storia avrebbe dovuto insegnare, atteggiamenti repressivi portano al risultato opposto a quello che si vorrebbe ottenere.
Ci sono numerosi strumenti per riportare l’attenzione a quella educazione civica che una volta si insegnava nelle scuole e che purtroppo, i tagli mostruosi sull’istruzione pubblica, hanno cancellato. Un’ordinanza come questa da voi approvata danneggia chi dell’educazione civica ne fa la base del suo vivere moralmente ed eticamente corretto.
Possibile che a te Olimpieri si infiammi sempre la coda di paglia? Come dovremmo comportarci noi che, passando per le vie del centro storico, ci imbattiamo in immondizia e feci (non cacate Olimpieri) di piccione che diventano una specie di impasto putrescente quando queste si mischiano con l’acqua piovana? Che dovremmo fare adottare la soluzione “finale” proposta da Sborra? Così è l’insegnamento che dovremmo fornire a chi dovrebbe emularci?
L’ordinanza è restrittiva e poco rispettosa di chi non rientra nell’inciviltà. Le colonnine con i distributori di sacchetti per i bisogni dei cani ( a 10 centesimi), sarebbero stati la prima soluzione da adottare, per sensibilizzare coloro che non hanno rispetto per gli altri e principalmente per i propri cani.
Non abbiamo fatto nulla di male ieri passeggiando con i nostri cani, non abbiamo insultato nessuno, non abbiamo prevaricato nessuno, non abbiamo disturbato la quiete pubblica, né insudiciato quella che sembra ormai la città tua e del sindaco che così bene ti rappresenta , insieme al transfuga del PD, Marco Frizza .
Non siamo contestatori di professione, rivendichiamo il diritto di vivere la nostra città.
Rivolgo invece a te l’invito alla tranquillità poiché le elezioni sono ormai vicine, e la tua minaccia, rivoltaci con la metafora del guinzaglio, potrebbe riservare delle sorprese.
Bau, bau. Cristina Calcagni