La conferenza di Guido Barlozzetti e Giuseppe Maria Della Fina dedicata alla figura del prof. Franco Moretti scomparso l’estate scorsa, apre giovedì 31 ottobre alle ore 17,30 all’Auditorium di Palazzo Coelli in Piazza Febei, 3 (sede della Fondazione CRO) l’anno accademico 2013/14 dell’ISAO / Istituto Storico Artistico Orvietano.
Una stagione scandita dal programma di conferenze intitolato “Orvieto nella storia e nell’attualità” attraverso il quale l’Istituzione culturale orvietana da il via alle celebrazioni per i suoi 70 anni (venne fondata nel 1944) che culmineranno nel 2014 con altri appuntamenti.
Le proposte culturali con le quali si inizia questo primo percorso sono: la conferenza musicale nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi, otto conferenze su tematiche e personaggi, tre conferenze in occasione del Giubileo Eucaristico straordinario della Diocesi Orvieto/Todi.
Iniziando questo cammino l’Istituto si sofferma sulla figura importante di Franco Moretti che nell’ISAO sin dal 1949 ha avuto ruoli decisivi nei diversi Consigli Direttivi, come presidente, segretario e cassiere-economo, ricoperti sempre con grande impegno.
Laureato in Lettere alla Sapienza di Roma, Franco Moretti è stato docente di Materie Letterarie, Latino e Greco e vice preside al Liceo Classico di Orvieto. Lunga e attiva la sua militanza nell’associazionismo culturale, alla Deputazione di Storia Patria dell’Umbria, all’Accademia Properziana del Subasio, alla Società Internazionale di Studi Francescani, al Movimento Federalista Europeo. Accademico della Cucina, è stato anche presidente della Sezione orvietana di Italia Nostra e console del Touring Club Italiano.
L’Istituto Storico Artistico Orvietano venne fondato nel settembre del ’44 per iniziativa di dell’Arch. Renato Bonelli (scomparso nel 2004) allo scopo di ricostruire, all’indomani della guerra, percorsi di cultura e fondarne di nuovi. Settanta anni fa l’Istituto nacque come riferimento privilegiato per studi e ricerche storiche, iniziative culturali e attività di interesse artistico e musicale, allo scopo di offrire un supporto concreto e un luogo di incontro quanti a vario titolo gravitano culturalmente nel territori.
Una intuizione che rapidamente riscontrò adesioni ed intraprese iniziative concrete, nel solco della tradizione di accademie e sodalizi che, nei secoli, aveva caratterizzato la vita culturale di Orvieto. Andando oltre la consuetudine dei circoli intellettuali di ottocentesca memoria l’attività dell’ISAO si sviluppo però attraverso incontri, conferenze, concerti e mostre d’arte, nella consapevolezza nuova della valenza sociale dell’esperienza culturale e artistica. Ovvero come strumento e modello teso alla diffusione e circolazione della cultura.
Nel tempo, l’identità dell’ISAO si è espressa attraverso una costante e continuativa programmazione di giornate di studio, cicli di conferenze, mostre, concerti e visite culturali. Molte le occasioni in cui si è registrata la presenza di autorevoli personalità che hanno caratterizzato in maniera significativa l’attività dell’Istituto e la vita culturale di Orvieto: Giuseppe Ungaretti, Concetto Marchesi, Raul Manselli, Cesare Brandi, Vincenzo Cappelletti, Giovanni Pugliesi Carratelli, solo per citare alcuni dei grandi nomi della cultura italiana.
Notevole poi l’impegno della produzione editoriale curata dall’ISAO, diversificatasi gradualmente nella pubblicazione del Bollettino (rivista a diffusione internazionale), dei Quaderni del Bollettino (che privilegiano gli apparati illustrativi, grafici e fotografici) e, dal 2000, di Lettera Orvietana (quadrimestrale di informazione culturale redatto dai più giovani collaboratori dell’Istituto. I
In crescita costante anche la Biblioteca dell’Istituto che conta circa 4500 volumi e l’Archivio, con l’importante Fondo fotografico “Pericle Perali” di notevole rilievo storico. E, ai giorni nostri, anche la fitta rete di relazioni, collaborazioni e intese operative promosse e intraprese con istituzioni, fondazioni ed enti per sviluppare la cultura della città e del territorio che costituiscono anch’esse il patrimonio dell’ISAO.