di Silvio Manglaviti
Intervengo nella singolar tenzone riguardo alle vie romee in qualità di studioso della geografia storica e del reticolo viario antico del nostro territorio. Ero presente all’incontro di marzo scorso tenutosi presso la FCRO. Ho rinnovato in quell’occasione la mia consueta totale disponibilità agli organizzatori, ma soprattutto al professor Stopani; l’autorevolezza in materia del quale è senz’altro fuori discussione. Quale titolare del corso sulla “Viabilità antica e storica” all’UniTre Alto Orvietano, mi sono messo a disposizione del CAI locale (essendo il sottoscritto un ‘vecchio’ del CAI di Milano) e dell’associazione Maiorana (da cui sono stato invitato a tenere un incontro su tali tematiche in seno ai corsi di formazione per guide escursionistiche). A Montefiascone nel luglio scorso, l’Amministrazione locale ha organizzato una giornata sulle Romee. L’Associazione Italiana Via Romea di Stade (www.viaromeadistade.eu), con l’omologa tedesca «Förderverein “Romweg – Abt Albert von Stade” e.V.» (www.viaromea.de), stanno ultimando in questi giorni i tratti in Umbria e Tuscia. Non capisco a questo punto però dove sia il problema. Al di fuori delle polemiche più o meno pretestuose più o meno strumentali, come al solito cavalcate ad hoc, e come tali cacio sui maccheroni per gli organi di informazione e comunicazione, veramente non si capisce perché prendersela così tanto. Non entro nel merito di cosa stiano facendo i soggetti che lavorano sulla “Teutonica”, non sono informato e non mi riguarda; mi suona male tuttavia lo strano accanimento dei “Golia” bancari (e relativi accoliti) verso i piccoletti insignificanti “pedestri” delle libere associazioni popolari come quelle che stanno lavorando alla Romea stadense, Alias Via Germanica, così ribattezzata perché agli omologhi d’oltralpe non va giù – lo sanno benissimo anche a FCRO (fu evidenziato peraltro a marzo) – in quanto troppo evocativo degli omonimi cavalieri medioevali guerrafondai. Conosco tutti gli attori, dall’una e dall’altra parte, di questa che sta assumendo, al solito purtroppo, sempre di più i contorni di una grottesca farsa all’italiana maniera (fatta di fondi europei in ballo; finanziamenti golosi; avidità; invidie e gelosie; interessi partigiani e di botteghe). Sono stato invitato a collaborare (gratis, come sempre; anzi, in rimessa … sarò idiota?) per le mie specifiche competenze in materia geocartografica, con Italia Nostra Orvieto, ai lavori che si chiuderanno nel convegno di Fabro. Posso garantire una cosa: iscriversi all’Associazione Italiana Via Romea di Stade non costa nulla. Chi vi partecipa lo fa mettendovi risorse di cervello e di tasca proprie. Si opera per l’interesse collettivo. Non solo locale, ma proiettato ben “Oltre” nel tempo e nello spazio. Invece di accapigliarsi e disconfermarsi, i forti (in quanto danarosi) e i deboli (in quanto piccole realtà di libero associazionismo popolare, autonomo e indipendente) devono (non uso il condizionale) incontrarsi e superare le divisioni, farina del diavolo. Siamo nel giubileo della Transiturus. Ancora non si vede un cartello in giro (non dico per il mondo: negli aeroporti, sulle strade), ma nemmeno qui da noi (cosa gravissima se si pensa invece alla promozione turistica culturale), in cui si ricordi che ad Orvieto l’11 agosto 1264 papa Urbano IV ha istituito la solennità universale del Corpus Domini (e a Todi passa il papa). Per quanto ci riguarda, la promozione dell’evento orvietano è parte integrante, anzi fondamentale, del progetto Via Romea di Stade (che, ricordo è l’itinerario di un abate tedesco del XIII sec. da e per Roma in cui si riporta la tappa “Orbete” tra il Trasimeno e la Tuscia). Il progetto è ambizioso, bello, affascinante anzi ed intrigante. Quale miglior metafora di quella che veda tutti, tanti (almeno quelli che contano che non abbiano vergogna di mettersi insieme alla plebe), adoprarsi per costruire un percorso agevole, interessante e dalle mete agognate ristoratrici e di benessere? Come ho già scritto, basta chiacchiere: il fiato serve per camminare. Le teste per trovare le vie giuste. Da percorrere insieme. Buona Strada.