di Pier Luigi Leoni
In un recente comunicato del PD orvietano si legge: «Avvieremo il confronto con le altre forze politiche che si riconoscono nei valori del centrosinistra, con le organizzazioni di categoria e con le numerose altre espressioni della società civile. Obiettivo dal quale non possiamo prescindere: il lavoro e la ripresa dello sviluppo economico del nostro territorio. Tutto il resto può essere oggetto di discussione.» Interpretando alla lettera queste asserzioni, sembrerebbe chiaro che il PD orvietano voglia interloquire con tutti tranne che con le forze politiche che non si riconoscono nei valori del centrosinistra e con chi non dà priorità al lavoro e allo sviluppo. Poiché “valori” è una parola grossa, dato che parlando di valori di sinistra si avalla l’esistenza di valori di destra, sarebbe bene usarla con prudenza. Per esempio, i valori espressi da Matteo Renzi sono valori del centrosinistra? A me, che sono monarchico e quindi assegnato alla destra, i valori espressi dal sindaco fiorentino sembrano eccessivamente di destra. Ma è lo stesso Renzi che apertamente aspira a conquistare una parte dell’elettorato di destra. E non lo fa sbandierando valori di sinistra, ma valori che vanno bene per tutti: alla sinistra per vincere una buona volta, e alla destra per montare a cavallo di uno che ha i numeri per liquidare la sinistra. Sempre che si tratti di valori e non di chiacchiere. Del resto se si spende tanto in pubblicità è perché le chiacchiere hanno la loro efficacia. Per quanto riguarda la priorità del lavoro e dello sviluppo, chi può non essere d’accordo, se non qualche sminchionato intellettuale incantato dalla decrescita felice?
In conclusione, poiché le ideologie sono morte o stanno molto male, non parlerei con leggerezza di valori di destra e di sinistra, altrimenti la politica scade in una specie di tifo sportivo. Come contrapporre i valori della Roma a quelli della Juve. Saranno ancora le tifoserie a dominare le elezioni amministrative e non solo quelle?