di ufficio stampa Cna Umbria
Dopo il danno anche la beffa: è questo il rischio per le migliaia di imprese umbre alle prese con il pagamento della Tares, la tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani entrata in vigore in questi mesi e che sta facendo registrare aumenti vertiginosi delle tariffe rispetto al passato, soprattutto a carico dei settori produttivi.
“Il rischio clamoroso per le imprese è che potrebbero trovarsi a pagare la tassa sullo smaltimento dei rifiuti urbani anche se la maggior parte di esse genera scarti di produzione che non finiranno mai nei cassonetti comuni, perché soggetti a recupero o destinati a subire un trattamento speciale. Ecco perché per le imprese non si può adottare tout court il criterio della superficie degli immobili”. Roberto Giannangeli, direttore di Cna Umbria, lancia l’allarme ai sindaci della regione, avanzando alcune proposte operative. “Riteniamo che nei regolamenti Tares sia indispensabile determinare correttamente le tipologie di rifiuti che sono conferibili oppure no. Perciò occorre individuare con precisione le superfici aziendali tassabili in quanto vi si producono rifiuti conferibili al servizio di smaltimento pubblico, escludendo invece quelle destinate alla produzione di rifiuti che vengono smaltiti in modo speciale. Per esempio si potrebbe stabilire che i locali e le aree scoperte, o loro porzioni, ove si formano di regola rifiuti speciali non assimilati a quelli urbani non siano soggetti al tributo, naturalmente a condizione che il produttore ne dimostri l’avvenuto trattamento in conformità alla normativa vigente. Nell’ipotesi in cui vi siano difficoltà obiettive nel delimitare le superfici ove si formano i rifiuti speciali, cosa abbastanza comune nelle attività di tipo artigianale, si potrebbe andare a una sorta di individuazione forfettaria delle stesse, applicando all’intera superficie su cui l’attività viene svolta percentuali di superficie esente distinte per tipologia di attività economiche. Dobbiamo assolutamente scongiurare il rischio di una ingiusta doppia tassazione – incalza il direttore di Cna -. Ecco perché Cna ha inviato ai sindaci e al presidente dell’Anci Umbria una proposta nella quale si suggerisce una griglia di attività artigiane alle quali abbiamo agganciato delle ipotesi di forfettizzazione percentuale della Tares”.
Si tratta di percentuali di abbattimento dell’imposta che vanno dal 50% delle attività di grafica, autoriparazione, lavorazioni meccaniche, della ceramica e del legno, al 40% applicabile alle attività di acconciatura ed estetica, lavanderie, installazioni di impianti, laboratori odontotecnici, fino al 30% proposto per il settore edile. Per Cna è più che opportuno prevedere norme premiali per le imprese che invece che a smaltimento avviano a recupero tutti o parte dei propri rifiuti, naturalmente documentandolo anno per anno: premialità che potrebbero tradursi in un ulteriore 10% di abbattimento dell’imposta. Infine Cna suggerisce l’opportunità di introdurre degli sconti sulla tariffa Tares anche nel caso in cui la produzione di rifiuti assimilabili agli urbani ecceda i limiti massimi, per cui il produttore viene obbligato a smaltirli a proprie spese.
“L’introduzione della Tares – conclude Giannangeli – rappresenta un autentico salasso: se non si interviene subito porterà al dissanguamento senza ritorno delle attività produttive”.