Ricordando Seamus Heaney
di Fausto Cerulli
Venne la vertigine come memoria
Di azzurri abissi, mentre mi affacciavo
A me stesso, terrazza e patibolo.
La donna aveva rosa e lungo
L’abito che le accarezzava
Il seno sodo ed il maturo
Ventre. Erano forse i gabbiani
A fare cielo il cielo, erano
Le man di lei a fare corpo
Il mio corpo L’amore
Fu prima o dopo, vertigine
E fiore.